La comunicazione è in continua evoluzione: le persone acquisiscono comportamenti nuovi, si affezionano a strumenti con cui vengono in contatto e gradualmente sviluppano esigenze diverse che entrano a far parte del customer journey. Dopo i video, che sono ancora tra i contenuti più apprezzati in Rete, ora è il tempo dell’audio: gli utenti si spostano verso meccanismo di fruizione sempre più agili e immediati. L’esistenza di oltre 1 milione di podcast registrati e diffusi online è il segnale che questa tipologia di formato è sempre più apprezzata e, per questo, sia brand che personaggi pubblici la stanno prendendo in considerazione come una delle declinazione della propria strategia di comunicazione.
Cos’è un Podcast
La parola Podcast deriva dalla fusione di Pod, da iPod, e broadcast, e sta a significare un contenuto audio originale diffuso attraverso vari canali. Tale vocabolo fece la sua comparsa per la prima volta il 12 febbraio 2004 in un articolo pubblicato da Ben Hammersley per il quotidiano The Guardian ,e nel 2005 il New Oxford American Dictionary la nominò parola dell’anno sancendo, di fatto, un’ascesa che non si è più fermata.
I podcast sono, dunque, serie di contenuti audio che vengono registrati e messi a disposizione del pubblico attraverso diverse piattaforme. Dal punto di vista strettamente tecnico, il podcast deve essere in formato mp3 o mp4, essere scaricabile e accessibile da qualsiasi dispositivo. Una delle caratteristiche essenziali del podcast, infatti, è che esso può essere ascoltato online ma anche offline, dopo averlo scaricato.
Proprio per questo sempre più persone fruiscono di questo genere di contenuto in casa, in auto o mentre stanno compiendo altre attività quotidiane. Non devo ritagliarmi un tempo specifico per poter ascoltare un podcast: questo da una parte permette ai brand che vogliano utilizzare tale strumento di essere assolutamente capillari nel raggiungere il proprio pubblico in diversi momenti della giornata, dall’altra implica che il contenuto debba essere assolutamente interessante e coinvolgente.
E per i brand?
Un branded podcast è un contenuto tecnicamente identico a quelli appena descritti ma realizzato e pubblicato da un brand. Sono sempre di più i marchi che decidono di inserire il podcast all’interno della propria strategia di marketing per veicolare messaggi importanti e costruire relazioni più solide e durature con il proprio pubblico. Secondo lo studio “Audio: Activated”, realizzatto da BBC Global News, che ha intervistato oltre 2400 persone in 10 differenti Paesi, i contenuti veicolati tramite podcast hanno un engagement del 18% più alto rispetto agli altri e registrano il +40% di intensità emotiva.
Tutt’altro che distratto, dunque, nonostante la modalità di fruizione, il pubblico del podcast è molto attento e tende a conservare una memoria a lungo termine di ciò che gli viene trasmesso. A tutto questo si aggiunge il fatto che l’81% degli ascoltatori di podcast al termine dell’audio compie un’azione verso il brand. Il branded podcast, infatti, viene percepito come autentico e non invasivo, per cui è assolutamente gradito agli ascoltatori e li predispone a ricevere al meglio i messaggi che vengono veicolati.
Il podcast serve per fare storytelling: raggiungere le persone in diversi momenti della giornata e raccontargli qualcosa che li interessi, li emozioni o risolva un loro problema. Il pubblico degli ascoltatori è per lo più giovane, tra i 35 e i 40 anni, responsabile e attento alle proprie scelte di acquisto, ma anche propenso a consumare diversi tipi di contenuti digitali: questo permette ai brand di partire proprio dai podcast per attuare strategie di marketing che si diramano poi attraverso diversi canali.
Chi altro dovrebbe fare un podcast?
Chiunque abbia una storia interessante da raccontare o dei contenuti di valore da trasmettere attraverso il formato audio. Non ci sono davvero limiti per quanto riguarda le tipologie di argomenti da toccare né, tantomeno, lo stile con cui si vogliono affrontare: ogni podcast ha una sua identità unica e riconoscibile e proprio questo crea affezione tra il pubblico. Molti influencer e personaggi che hanno conquistato fama sul web, tra cui Fedez, Luis Sal e Marco Montemagno, attualmente si stanno volgendo al podcast per diverse ragioni:
- è un mercato nuovo e ancora molto meno affollato rispetto a quello dei blog e dei social;
- si tratta di un contenuto meno impegnativo per quanto riguarda la fruizione che, abbiamo detto, può avvenire ovunque e in qualsiasi momento;
- è emozionante e coinvolgente perché la voce riesce a trasmettere molto di più di un testo.
Per realizzare un podcast di successo, però, non si può sicuramente improvvisare, in quanto occorre studiare un progetto editoriale e una strategia definiti.
Come strutturare un podcast di successo
Affinché un podcast raggiunga il suo obiettivo e riesca a conquistare davvero il target di interesse, è essenziale che si mettano in campo azioni precise. Per questo abbiamo delineato alcuni punti fondamentali da seguire:
1) Parti dai contenuti, che devono essere davvero utili e interessanti. La domanda da porsi è: il mio ascoltatore ha tratto qualcosa di importante per lui dall’ascolto del mio podcast? Per essere coinvolgente il racconto deve partire dai dubbi, dai problemi o dai desideri dell’ascoltatore che, in questo modo, sarà incentivato a seguire il podcast e instaurerà un rapporto di fiducia costruttivo con il brand.
2) Lavora sulla serialità: non necessariamente la storia deve essere unica e suddivisa in puntate e non per forza si deve battere sempre sullo stesso argomento, ma l’importante è che si crei la voglia di ascoltare la puntata successiva. Il podcast è simile a una trasmissione radiofonica: gli utenti si aspettano di ritrovarla con una certa frequenza, per cui è importante scandire con precisione l’uscita degli episodi, come dei veri appuntamenti fissi che prendiamo con il nostro pubblico.
3) Crea delle pillole: i podcast hanno durata molto variabile, ma restare sui 15 minuti è un ottimo metro. L’importante è che le persone possano agevolmente ascoltare tutta la puntata del podcast senza dover interrompere e riprendere. Proprio per la loro modalità di fruizione, i podcast funzionano bene se le puntate sono sostanziose ma non troppo lunghe.
4) Usa un linguaggio semplice: ascoltare un audio non è come leggere un testo, soprattutto se nel frattempo si sta facendo altro, per cui è importante arrivare diritti al punto, non complicare le frasi e non aggiungere subordinate che fanno perdere il filo del discorso.
5) Crea riconoscibilità: un jingle o una voce particolare, per fare in modo che quando l’utente ascolta il tuo podcast si senta “a casa”. Questo aspetto, unito alla serialità, creerà un senso di intimità con il pubblico, che si sentirà accolto e sarà più pronto ad ascoltare i messaggi che gli stai trasmettendo proprio attraverso il contenuto audio.
6) Spezza il ritmo della narrazione: esattamente come per ciò che si scrive sul web, in cui vanno evitati i muri di testo, anche per i podcast monologhi a una sola voce possono risultare decisamente difficili da fruire. Una volta che hai scelto l’argomento, dunque, scegli il taglio che vuoi dare al tuo podcast e curane la produzione introducendo diverse voci, punti di vista plurali, testimonianze, registrazioni. In questo modo il contenuto si arricchirà e diventerà davvero piacevole da ascoltare.
Qualche consiglio tecnico
Dopo aver ideato il podcast ed essersi occupati della parte più propriamente editoriale, è il momento di pensare alla realizzazione tecnica. Per un branded podcast il consiglio è sempre quello di rivolgersi a dei professionisti, come il nostro team di DeRev, che siano in grado di seguire tutto il processo: dalla strategia all’ideazione creativa fino ad arrivare alla produzione e poi alla distribuzione.
Solo in questo caso, infatti, si avrà la certezza di avere una consulenza davvero basata sugli obiettivi di comunicazione del brand e, quindi, di raggiungere un risultato all’altezza. Se, però, sei un content creator o vuoi comunque cimentarti nella realizzazione di un podcast senza ricorrere a un supporto professionale, devi assolutamente munirti di strumenti tecnici all’altezza e lavorare duramente per imparare a utilizzarli.
Partendo dall’hardware, per produrre un podcast il minimo necessario è:
- un microfono: non accontentarti di quello dello smartphone o del computer, un buon microfono è lo strumento essenziale per realizzare un buon prodotto audio. Ce ne sono di tanti diversi tipi in commercio e i prezzi sono molto variabili, da qualche decina di euro a diverse migliaia. L’ideale è farti un’idea di quello che potrebbe essere più adatto a te e alle tue esigenze.
- un supporto per il microfono: appoggiare il microfono semplicemente sul tavolo significa registrare come sottofondo del tuo podcast anche tutte le vibrazioni originate dai tuoi movimenti. Questo inconveniente si evita montando il microfono su un apposito braccio da scrivania.
- un filtro antipop: senza questo accessorio la pronuncia delle P e delle S diventerà estremamente sgradevole per chi ti ascolta, per cui è importante prevederlo nella strumentazione tecnica.
Oltre all’hardware, un buon podcast ha bisogno anche di software adatti: per la registrazione puoi utilizzare Audacity, un’applicazione gratuita e open source che ti permette di fare anche postproduzione. Una soluzione più professionale, invece, è Adobe Audition, uno strumento che permette di raggiungere risultati di elevata qualità. Per registrare le interviste da inserire nel tuo podcast, invece, puoi usare Zencastr, un programma freemium, quindi con versione sia gratuita che a pagamento, che permette di registrare mp3 in alta qualità e fare sia live editing che post- produzione.
Dove pubblicare il podcast
Ci siamo: il tuo podcast è pronto, hai registrato le prime puntate e il risultato ti soddisfa, ora è tempo di farlo conoscere a tutti. Come fare? Innanzitutto devi creare un feed rss, cioè un file che permette ai servizi attraverso cui distribuirai il tuo contenuto di essere aggiornati ogni volta che pubblicherai una nuova puntata. Si tratta di un file con caratteristiche precise, che si può creare attraverso specifici servizi come Libsyn o Soundcloud.
Una volta completata questa prima operazione non ti resta che scegliere dove pubblicare il tuo podcast. Qui abbiamo fatto un elenco di varie piattaforme con le loro rispettive caratteristiche:
- Podbean: accessibile via web ma anche con la sua applicazione iOS e Android, nonché disponibile per Alexa, caratteristica importante se si pensa alla diffusione degli smart speaker, sempre più presenti nelle nostre case. Ha sia un piano gratuito, limitato a 5 ore di upload, che un piano a pagamento, che non pone limiti e include anche statistiche avanzate
- Spotify: la celebre piattaforma musicale mette a disposizione anche i podcast. Il vantaggio, in questo caso, è dato soprattutto dall’ampia diffusione di questa app tra vaste fasce di pubblico. Per caricare i propri contenuti basta accedere a Spotify for podcaster.
- Spreakr: una piattaforma italiana che è stata tra i pionieri del settore, aprendo i battenti nel 2010. Mette a disposizione sia un’applicazione desktop per Windows e Mac che un’app mobile per iPhone e Android, e permette sia la registrazione che lo streaming live in cui gli ascoltatori possono interagire in un’apposita chat. Questa piattaforma fornisce l’hosting per i file, crea i fedd rss e ti permette di aggiungere il podcast su qualsiasi altra app.
- RedCircle è un sito dedicato ai podcaster professionisti: permette, infatti, di promuovere il podcast all’interno della piattaforma stringendo rapporti di scambio pubblicitario con altri utenti.
- Buzzsprout è un’altra piattaforma molto interessante perché, oltre a permettere l’upload, mette a disposizione la funzione Magic Mastering per rendere davvero perfetto ogni episodio, fornisce utili statistiche sui podcast e ha un marketplace di affiliazione per iniziare a monetizzare con i propri contenuti.
Infine, non sono delle vere e proprie piattaforme di ascolto ma dei servizi di distribuzione:
- L’app Pocast per iOS grazie alla quale – su Mac o iPhone – puoi seguire gli aggiornamenti e le nuove puntate dei podcast che selezioni;
- Google Podcast, che funziona in maniera del tutto simile ed è compatibile con i dispositivi Android a cui è stato associato Google Podcast Manager, che permette di monitorare tutti i dati relativi ad ascolti e fruizione del proprio podcast.
Il mondo dei podcast è veramente ampio e in continua evoluzione, per cui il consiglio è sempre quello di approcciarlo in maniera strategica, avendo ben chiari gli obiettivi che si vogliono perseguire, e farsi seguire da professionisti che possano fornire consulenza ma anche supporto nella pianificazione editoriale e nella realizzazione del prodotto finale.