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I contenuti realizzati con AI sono già presenti nella nostra vita. Li troviamo sui social o sui siti. Alcune volte sono evidentemente solo meme divertenti, altre volte sono talmente plausibili da metterci in allerta: sarà vero o sarà falso? L’AI online si porta dietro il rischio della disinformazione. Avete presente quello strano luogo comune che abbiamo nella testa per cui TikTok è la piattaforma d’elezione della GenZ? Ecco, è arrivato uno studio che toglie anche questa certezza. Secondo una ricerca del Pew Research Center, sono i Millennial i veri addicted. Pronti alla festa? Una nuova app circola in Silicon Valley. Per adesso si entra su invito, ha un feed che assomiglia a quello di Twitter/X, e, soprattutto, si comunica con i vocali, o in versione audio o in versione trascritta. Tempi che cambiano, nuovi modelli di business che arrivano. Partiamo da qui. Una percentuale molto alta dei guadagni di Google (circa il 50%) deriva attualmente dalle ricerche effettuate sul suo motore di ricerca e dagli annunci pubblicitari connessi. L’avvento dell’Intelligenza Artificiale però potrebbe cambiare questo stato delle cose e richiedere nuove strategie per presidiare il mercato e garantirsi introiti. Google si sta attrezzando. Che i direct message piacciano a molti si sa. Questa settimana ci sono due notizie che li riguardano: una potrebbe essere buona, quella di Threads, l’altra un po’ meno, quella che prevede che su Instagram i creator possano avere un chatbot per rispondere ai messaggi dei follower. Sarà come parlare con un segretario? I messaggi diretti di Instagram potrebbero essere un luogo da non frequentare. Da lì capita che transitino immagini di nudo non richieste e la cui condivisione non è consensuale. Si tratta sempre di un atto violento che a volte diventa proprio una truffa.