Non si parla granché dell’algoritmo di YouTube; forse perché l’azienda stessa comunica di rado i propri aggiornamenti. Eppure è il secondo sito più visitato al mondo, che ad oggi (pare) conta oltre 113 milioni di canali e almeno 2 miliardi di utenti. Nel tempo l’algoritmo che lo regola ha subito numerosi cambiamenti, come è naturale per una piattaforma quasi maggiorenne. Ciò che non cambia, per l’appunto, è la popolarità del social media, che con la complicità di Google resta un pilastro irrinunciabile del video marketing. È utile, quindi, ripercorrere i fondamentali del suo sfruttamento nel 2022.
Non c’è un solo algoritmo di YouTube
Come avviene su Instagram e altri social media, anche l’universo del Tubo si articola su diverse aree, ognuna con le proprie logiche. C’è la Homepage, cioè il punto di partenza per l’esplorazione dei contenuti. Qui l’utente può scoprire i video in tendenza (divisi tra Shorts e “classici”), vedere le proprie raccolte o selezionare una macrocategoria di interesse. Poi ci sono la pagina dei risultati di ricerca, l’area dei Video consigliati e quella delle Sottoscrizioni. Più che di “algoritmo di YouTube” bisognerebbe parlare di algoritmi al plurale. Persino funzionalità facoltative come le Notifiche o la Modalità con restrizioni si basano su algoritmi ad hoc. Senza entrare nel dettaglio delle singole aree, questo articolo intende fornire l’abc di parametri e formati considerati maggiormente da YouTube.
I 5 maggiori parametri dell’algoritmo di YouTube
1. Tempo di permanenza
Un principio da scolpire nella memoria è che l’obiettivo primario di YouTube è trattenere i visitatori il più a lungo possibile. Più un video riesce in questo intento, più piacerà alla piattaforma. Anni fa funzionava diversamente, vale a dire che a incidere maggiormente sui risultati di ricerca era il numero di visualizzazioni dei video. Questo, però, col tempo ha portato all’accumulo di contenuti clickbait, con conseguenti proteste di utenti e creator; è così che si è cambiata la rotta. Oggi per capire se un video piace o meno, l’algoritmo di YouTube valuta più il tempo di permanenza che non la quantità di click. Meglio poche persone che guardano un video per intero, piuttosto che tante che ci cliccano e se ne vanno dopo pochi secondi. Ben venga quindi qualsiasi espediente contenutistico o formale che spinga gli utenti a restare. In compenso, sono penalizzati i rimandi ad altri siti.
2. Durata del video
Un altro elemento relativo al tempo che è tenuto in considerazione dall’algoritmo di YouTube è la durata del singolo video. Non esiste una formula esatta per stabilire la durata ideale di un contenuto, perché sono troppe le variabili su cui si basa il successo. Gli studi più recenti, tuttavia, concordano nel decretare che i contenuti che hanno una lunghezza tra i 7 e i 15 minuti performano meglio. L’indicazione può valere come orientamento generale, considerano anche che i canali non verificati non possono caricare video più lunghi di un quarto d’ora. Ma ci vuole poco a smentire una tendenza: ad oggi, ad esempio, il video più visto su YouTube dura poco più di 2 minuti.
YouTube Shorts
Parlando di durata, vale la pena dedicare uno spazio a Shorts, il formato introdotto dal Tubo tra il 2020 e il 2021. L’ispirazione per questi video della durata massima di 60 secondi è ovviamente TikTok, il cui successo globale influenza anche il senior del video marketing. La piattaforma tiene agli Shorts al punto tale da aver dedicato loro un fondo di 100 milioni di dollari, per ricompensare i creator più performanti. Tutti i creator che realizzano Shorts possono partecipare al programma in questione e lavorare per corteggiare l’algoritmo di YouTube di mese in mese.
3. Ottimizzazione SEO
Anche YouTube è un motore di ricerca, una caratteristica che peraltro è potenziata dall’alleanza con Google, brand fratello nella grande famiglia Alphabeth. Metadati del video come titolo, descrizione, tag e parole chiave sono tra i parametri fondamentali che l’algoritmo di YouTube utilizza per decidere l’indicizzazione. Questi elementi nell’insieme devono poter identificare il contenuto con la maggiore precisione e pertinenza possibile, e rispecchiare la risposta ideale alla richiesta dell’utente. Non è un caso se da anni vanno per la maggiore i tutorial, video che compaiono in cima ai risultati di Google, rispondendo a domande mirate.
Handle
Un’altra novità figlia della competizione con TikTok è rappresentata dagli Handle, arrivati su YouTube nell’ottobre 2022. Si tratta infatti di una funzionalità presente anche sulla piattaforma della Gen Z, che consente di identificare il proprio canale in modo univoco. Nel concreto, l’Handle di un canale corrisponde al simbolo della chiocciola seguito dal nome utente. L’obiettivo è facilitare la menzione del tuo canale da parte di altri creator o utenti nei video, nei commenti, e nei post della scheda Community. Le intenzioni della piattaforma sono chiare: rafforzare le community e favorire le interazioni tra gli utenti. Per i creator si tratta invece di un altro modo per farsi notare dall’algoritmo di YouTube; dopotutto, l’unione fa la forza.
4. Argomento
Con la propria tecnologia AI, YouTube comincia a raccogliere informazioni sul tuo contenuto ancora prima che sia completato il caricamento sulla piattaforma. Il video è analizzato frame dopo frame, dagli oggetti alle persone, dai colori allo sfondo. Persino le espressioni facciali vengono esaminate. In questo modo, l’algoritmo di YouTube identifica meglio il contenuto, per sapere dove posizionarlo nelle diverse aree e quanta rilevanza dargli. Ci sono argomenti favoriti, come quelli riferiti a micro-trend in corso, o quelli correlati ad altri contenuti di successo. Ci sono anche argomenti penalizzati, in particolare quelli che violano le norme della community. Tra questi, dal 2020 rientrano i contenuti che fanno disinformazione sul Covid-19.
Video consigliati
Posizionarsi negli elenchi dei video consigliati è un traguardo importante per ampliare il proprio bacino di pubblico. Come accennato, un algoritmo di YouTube ad hoc regola quest’area così preziosa. Esiste una componente fortemente personale e poco controllabile dai creator, che ha a che fare con la Watch history del singolo utente. A parte ciò, in quest’area sono favoriti i video appartenenti a una serie o inseriti all’interno di una playlist. I sequel di video sono gettonatissimi, così come i podcast, perché danno l’opportunità di legarsi ad altri contenuti già popolari. Le playlist, invece, sono interpretate da YouTube alla stregua dei link interni negli articoli dei blog, e per questo favorite. Si torna così alle logiche SEO.
5. Interazioni
Più che un social network, YouTube costituisce da sempre una piattaforma di intrattenimento. In quanto tale, il brand ha molto a cuore l’engagement e la soddisfazione degli utenti. Ecco perché elementi come like, commenti, condivisioni e altre interazioni con i video rivestono un peso non indifferente nella definizione del posizionamento. Il fattore più rilevante è rappresentato dall’aggiunta del contenuto alla lista dei preferiti. Ma esistono anche altre occasioni in cui l’utente reagisce ai contenuti. Ad esempio, quando segnala che un titolo in Homepage non gli interessa, oppure quando risponde a un sondaggio prima o dopo la visualizzazione. Tutte queste azioni sono registrate e valutate dall’algoritmo di YouTube.
Come farsi notare dall’algoritmo
YouTube è in continuo cambiamento, e ciò che funziona oggi probabilmente non funzionerà allo stesso modo tra un anno. Cercare di decifrare le logiche della piattaforma inizialmente può essere scoraggiante, soprattutto per chi vi approda per la prima volta. È importante, però, sapere che l’algoritmo di YouTube non penalizza di default i creator appena nati. Semplicemente, gli è più facile posizionare chi ha già caricato molti contenuti, e dunque gli ha fornito più dati da elaborare. Questo deve servire da incentivo per produrre video con costanza, senza farsi sopraffare dalla frustrazione se i risultati non si vedono nell’immediato. Per consentire ai creator di tenersi al passo con gli aggiornamenti, c’è anche la piattaforma YouTube Creators e il relativo canale di video. Per tutto il resto, gli specialisti del digital marketing esistono apposta per fare da guida.