Twitter, nel 2024, non è ancora scomparso dal panorama social. Non soltanto perché la proprietà di Elon Musk domina ancora le discussioni e fa parlare di sé, ma anche per una serie di eventi che lo portano alla ribalta puntualmente: dalle accuse di mancato intervento su contenuti deepfake e disinformativi, passando per l’hate speech, fino all’antisemitismo. Recentemente, anche un tentativo da parte dell’azienda di forzare il rebranding ha aizzato le proteste degli utenti. La piattaforma, infatti, ha modificato anche retroattivamente i post che parlavano di Twitter, cambiando il nome in X. Insomma, il social media di Musk riflette in qualche modo i tormenti del suo proprietario e appare sempre più sulla via del tramonto. Tuttavia, dicevamo, non è ancora scomparso. Ecco perché vale la pena fare un punto della situazione, per capire quali novità ci sono e come potrebbero essere usate.
Una nuova spunta blu
La vicenda della spunta blu su Twitter nel 2024 si è arricchita di nuovi colpi di scena. Musk ha acquistato una piattaforma dove questa era un simbolo di autenticità degli account. Il primo passaggio è stata trasformarla in un badge in vendita, condizionato dall’acquisto dei servizi Premium della piattaforma. Al punto che molti utenti preferivano nasconderla per non far sapere di essere abbonati. Ora, X priva di questa possibilità e la spunta blu tornerà ad essere visibile per tutti. Attenzione, però, con un nuovo schema di gioco perché l’ultimo capitolo della saga segna una marcia indietro. Musk ha, infatti deciso, di tornare a prevederne una versione gratuita, riservata a chi ha più di 2.500 follower. Decisamente, una gran confusione giacché lo stesso badge indicherà più cose. In questo scenario, difficile prevedere cosa accadrà ancora e, di conseguenza, pianificare strategie di presidio.
I nuovi abbonamenti di Twitter nel 2024
Se fino allo scorso anno era disponibile un unico di abbonamento, Twitter nel 2024 ne offre tre. Il più economico è il Basic e include funzioni come la modifica dei post, il caricamento di post e video più lunghi (rispettivamente fino a 25mila caratteri e 3 ore) e la messa in risalto di risposte. Sottoscrivendo il piano Premium, invece, si accede alla spunta, a un numero ridotto di annunci e alla possibilità di richiedere la ripartizione del ricavato pubblicitario e abbonamenti per creator. L’ultimo abbonamento, il Premium+, aggiunge vantaggi come l’assenza di annunci e l’accesso a Grok (in territori limitati). I prezzi dei piani vanno da 3 (Basic) a 16 euro (Premium+) al mese, passando per gli 8 euro al mese del Premium.
Il chatbot AI Grok
Come abbiamo appena detto, il nuovo abbonamento Premium+ permette l’accesso a Grok. Twitter nel 2024 entra quindi nel territorio dell’AI, con un chatbot sviluppato in casa Musk da xAI. Lo strumento permette di chattare in modalità “normale” e “divertente”, essendo dotato di sarcasmo. La stessa azienda sviluppatrice ha scritto in un post che Grok è stato programmato per “rispondere con ironia e avere uno spirito ribelle, quindi non usatelo se odiate l’umorismo”. Modalità a parte, la funzione che appare più utile di Grok è quella di riassumere le principali notizie in tendenza. Da un punto di vista tecnico, Grok ha una capacità superiore a quella del modello di ChatGPT delle origini, ma comunque inferiore all’ultimo GPT-4. A marzo, Musk ha dichiarato che il modello sarebbe diventato open source tramite il rilascio del codice completo. In questo modo, l’azienda potrebbe ottenere più dati per l’evoluzione del chatbot.
Le inserzioni torneranno “accanto” ai contenuti dei creator
Per capire di cosa stiamo parlando bisogna fare un passo indietro. Lo scorso anno, l’associazione Media Matters ha denunciato la presenza di contenuti sponsorizzati accanto a post antisemiti. L’iniziativa ha portato all’esodo degli investitori e anche a una causa, con l’accusa da parte di Musk di aver alterato i risultati della rivelazione proprio per danneggiarlo sul fronte degli introiti pubblicitari. Oltre agli aspetti legali, Twitter nel 2024 ha comunque cercato un modo per rassicurare i brand e offrire una maggiore sicurezza. Le inserzioni, quindi, tornano ad essere mostrate accanto ai contenuti dei creator, ma non per tutti. Perché accada, bisogna avere un account Premium ed essere inseriti in un elenco tramite il Creator Targeting. È dubbio che ciò basti a risollevare le sorti di X. Lo stesso Musk, a metà del 2023, aveva sollevato la necessità di aumentare i ricavi a fronte di un calo del 50% della pubblicità.
Abbonamenti gratuiti a chi ha più follower
Abbiamo detto poco sopra che la spunta blu è tornata gratis a chi ha oltre 2.500 follower. In realtà, questa novità segue l’accesso gratuito agli abbonamenti, basato sullo stesso criterio. Chi supera questa soglia, purché di utenti abbonati verificati, potrà quindi accedere al piano Premium, mentre chi supera i 5.000 follower avrà le funzioni del piano Premium Plus. In sostanza, molte spunte blu tra i follower attribuiscono una sorta di qualità al profilo del creator, che può così beneficiare dell’esperienza X più avanzata. In questo modo, soddisfatti tutti gli altri requisiti, si può accedere anche al programma di monetizzazione interno alla piattaforma.
Il ritorno del long format: gli Articles
Gli abbonati al piano Premium+ e le organizzazioni verificate possono accedere alla funzionalità Articles, che richiama un sistema gestionale come quello di WordPress o Medium. Su X è possibile di nuovo creare e condividere contenuti di testo lunghi, corredati di immagini, post, GIF, link e video inseriti direttamente nel corpo degli articoli. Un formato simile era disponibile su Twitter già nel 2022, prima dell’arrivo di Musk, ma è stato sospeso con l’acquisizione. L’anno successivo però, la piattaforma ha cambiato rotta e il ripristino degli Articles è stato annunciato ufficialmente a marzo 2024.
La controversia tra l’Unione Europea e Twitter nel 2024
Risale a dicembre 2023 una nota in cui la Commissione Europea annunciava l’inizio di un procedimento formale per valutare la possibile violazione del DSA da parte di X. Le irregolarità sarebbero state rilevate nel risk management, nella moderazione dei contenuti, nella presenza di dark pattern, nell’adv e nell’accesso ai dati del social. La normativa è entrata ufficialmente in vigore il 17 febbraio 2024 dopo che tutte le piattaforme coinvolte si sono dovute allineare ai requisiti richiesti dall’UE. Ma è emerso che Twitter/X non ha rispettato gli obblighi. Twitter nel 2024, dunque, sarà ancora sotto la lente della Commissione, in un momento in cui l’Europa è chiamata alle urne per le elezioni e per il rinnovo del Parlamento.
Twitter nel 2024: ne vale ancora la pena?
Da quando Musk guida Twitter, facendolo diventare X, la piattaforma è cambiata moltissimo. Complice anche lo sgambetto di Meta, che è sopraggiunta con la concorrenza a viso scoperto di Threads, il futuro del social appare molto controverso. Già a fine 2022 sostenevamo che fosse arrivato il momento di abbandonare la piattaforma, non reputandola più un luogo in cui poter considerare efficace investire per raggiungere un target di consumatori. Molto dipende dal modello di conduzione di impresa portato da Musk, da subito apparso quanto di più lontano da una gestione pensata, ponderata e soprattutto affidabile. I fatti a seguire confermano quella che fu la nostra impressione e la giravolta di annunci, funzioni rilasciate e ritirate, funzioni ritirate e reintrodotte, piani che cambiano e vicissitudini varie raccontano di uno strumento non più così affidabile.