A partire da dicembre 2023 abbiamo cominciato ad occuparci del rapporto tra Europa e leader politici. L’impulso è arrivato dal Corriere della Sera, la cui domanda era quella di capire che tipo di posizione avessero i principali politici rispetto all’ambito comunitario, alle sue Istituzioni e alle sue politiche. Lo abbiamo fatto in due modi: elaborando un algoritmo ad hoc (che è il DeRev Score di Europeismo) e monitorando la loro comunicazione nel tempo attraverso un’analisi qualitativa. Nonostante la prima rilevazione sia stata condotta sei mesi fa, e la seconda a febbraio, lo scenario non è cambiato significativamente con l’approssimarsi delle elezioni. Alle quali, per altro, non tutti i candidati hanno dedicato gli stessi sforzi comunicativi. I leader politici considerati sono stati: Antonio Tajani, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Matteo Renzi e Nicola Fratoianni. Il periodo dell’analisi va dal 25 aprile al 27 maggio 2024.
Il DeRev Score di Europeismo
Il punteggio di Europeismo è un algoritmo elaborato da DeRev misurare la distanza tra Europa e Leader Politici. Indica, quindi, il grado di sostegno, vicinanza e promozione dell’Europea attraverso i contenuti social, sia in termini di numero di post pubblicati che di posizione espressa. Il punteggio negativo fa riferimento al numero di contenuti pubblicati in cui si esprime una posizione contraria (non all’idea di UE in generale ma alle sue scelte e direzioni politiche). Il DeRev score di Europeismo è stato calcolato a partire unicamente dai post pubblicati su Facebook perché è la piattaforma su cui tutti sono presenti. Per la rilevazione, non sono stati considerati i contenuti generalmente riferiti alle elezioni Europee (come presentazione di candidati, richiesta di voto, esposizione di punti programmatici) che non esprimessero un giudizio di posizionamento. Questi sono invece inclusi nel dato di incidenza del tema Europa/Elezioni all’interno della comunicazione complessiva del leader analizzato.
La metodologia generale
Gli insight di web e social media permettono di ottenere informazioni preziose su come si viene percepiti e su ciò che cattura maggiormente l’attenzione degli utenti. Anche per analizzare il rapporto tra Europa e leader politici sui social media abbiamo utilizzato, come in altri report o partnership con i media, un’accurata selezione di tool e le competenze del nostro team. Quotidianamente, infatti, in DeRev ci occupiamo di analizzare la presenza e l’efficacia complessiva della comunicazione sui canali digitali dei nostri clienti. Abbiamo il polso di reputazione e sentiment, monitorando recensioni, conversazioni e contenuti online. Siamo in grado di registrare trend e picchi di conversazioni per individuare in tempo reale i temi, i protagonisti, i fatti e le opinioni di maggior rilevanza. Infine, tracciamo il comportamento e le abitudini degli utenti per comprendere le migliori modalità di coinvolgimento di qualsiasi target e in qualsiasi settore o territorio di interesse.
Europa e leader politici: l’analisi individuale dei principali protagonisti
1. Giorgia Meloni
La principale ragione per la quale Giorgia Meloni figura con un punteggio di Europeismo pari a zero sta nel fatto che la Presidente del Consiglio parla poco e niente di Europa. Più che esprimere il posizionamento, quindi, siamo in un caso in cui il DeRev Score registra l’assenza di una base dati (numero di post) rilevante. Nell’analisi della comunicazione dedicata all’Europa dai leader politici, Meloni è in assoluto quella che dedicato meno spazio all’argomento (14,3%), cioè appena 6 post. La scelta dipende dal fatto che, da un punto di vista di stile, propende per una comunicazione social di tipo istituzionale.
I temi europei di Meloni
Da un punto di vista tematico, il posizionamento di Meloni proviene quasi esclusivamente dall’evento programmatico di FDI di Pescara. Da quell’occasione, estrapola due video. Nel primo prende posizione contro il Politically Correct che cancella la cultura europea. Ma anche contro le contraddizioni di chi chiede di togliere il crocefisso dalle scuole e, contemporaneamente, di chiuderle per la fine del Ramadan. Infine, si scaglia contro chi difende i diritti delle donne ma giustifica i crimini contro se derivanti dalla cultura d’origine. L’altro video è uno stralcio in cui difende con fierezza il fatto di essere una “persona del popolo” e di essere contenta che nell’incontro con i cittadini venga ancora chiamata soprattutto “Giorgia”. Infine, nella riedizione degli Appunti di Giorgia, ribattezzati Telemeloni, la premier ha attaccato la Commissione Europea per le “folli” motivazioni con cui ha argomentato l’avvio della procedura di infrazione per l’assegno unico.
2. Antonio Tajani
Ancor più istituzionale di Meloni, ha accolto pochissimo i temi della campagna elettorale sui suoi profili social. Lo stesso ritmo di pubblicazione, anche generalmente parlando, non corrisponde a quello che solitamente si assume nelle fasi che precedono un voto. Nell’analisi su Europa e leader politici si posiziona anche lui tra chi ha dedicato meno spazio alla campagna (19% della comunicazione) con soli 4 post a tema Europa. Pur essendo quindi un convinto europeista e atlantista, totalizza un DeRev Score basso per assenza reale di presidio dell’argomento. Ciò nonostante, nei post dedicati nel periodo considerato è esplicito. Usa gli hashtag #ElezioniEuropee e #VotaForzaItalia. La campagna viene condotta sotto il nome di Silvio Berlusconi che, in generale, Tajani evoca spesso. Pur mantenendo attivo l’account di TikTok, Tajani lo utilizza pochissimo.
I temi europei di Tajani
I post dedicati all’Europa di Antonio Tajani sono legati a occasioni specifiche. Il primo, ad esempio, è quello con cui ha annunciato la candidatura. Il secondo l’ha pubblicato per parlare ai giovani, invitandoli a conoscere i valori europei, vale a dire un’Europa fatta di storia, identità e civiltà, che mette la persona al centro. Il terzo post ha riguardato l’apertura della campagna elettorale Forza Italia. Infine, un piccolo passaggio durante la convention di FI in cui Tajani ha ricordato che Forza Italia è l’unico partito italiano a far parte del PPE.
3. Elly Schlein
Si percepisce una leader in pista, sebbene non morda così tanto. Nell’analisi dedicata al rapporto tra Europa e leader politici, infatti, si posiziona in coda alla classifica, tra Meloni e Tajani, per incidenza dei temi nella comunicazione complessiva (15,5%). Ha portato la campagna per le elezioni europee in giro per l’Italia e ne ha mostrato stralci sui social, unendola al sostegno per i candidati alle elezioni locali. Ha impostato la narrazione sull’Europa dei diritti, tra i quali fa spiccare quelli delle donne. I post dedicati hanno riguardato il voto studenti fuori sede, l’accordo con la sinistra europea contro le destre nazionaliste, il racconto del tour italiano (100 tappe) per un’Europa sociale, sostenibile e inclusiva. Sul fronte dei temi spiccano: sanità pubblica, investimenti industriali, diritti e sostenibilità, valorizzazione del territorio, piano industriale europeo per l’attrazione di investimenti. Ha denunciato della mancata firma da parte dell’Italia delle politiche per le persone LGTB.
4. Matteo Renzi
Il leader di Italia Viva, in corsa alle Europee nella coalizione di Stati Uniti d’Europa, è in assoluto quello che si è dedicato alla campagna elettorale social. Nell’analisi su Europa e leader politici, infatti, si trova in prima posizione per la quota di comunicazione dedicata all’appuntamento elettorale per rapporto a quella complessiva (60%). In questo caso, il punteggio di Europeismo esprime nel pieno il posizionamento del leader considerato. A Renzi, quindi, viene restituita una valutazione lievemente negativa perché esprime numerose e frequenti criticità di un’Europa che vorrebbe profondamente riformare. Da un punto di vista di gestione, Renzi ha istituito un canale WhatsApp con agenda delle tappe della campagna, e anche per domande e segnalazioni, da cui ha derivato un format social chiamato “Text Renzi”. Utilizza per la campagna anche i temi di politica interna e la maggior parte dei post, anche quando non correlati, riportano il simbolo elettorale.
I temi europei di Renzi
Matteo Renzi ha dedicato buona perte della sua comunicazione elettorale alla difesa della propria posizione di candidato reale, che andrà in Europa in caso di elezione. Ciò in contrapposizione ad altri leader che fungono da catalizzatori di voto. I post dedicati alle Europee, poi, riguardano il sostegno a Mario Draghi versus Ursula von der Leyen; il MES sanitario; la riproposizione di interviste in cui tratta temi europei e le tappe della campagna. C’è spazio anche per la Festa dell’Europa; il faccia a faccia con Tajani e le live di risposta al Text Renzi. In generale, il leader di Italia Viva critica l’Europa della burocrazia rispetto alla quale oppone una visione di Europa solidale, basata su cultura, valori, sociale.
5. Carlo Calenda
Carlo Calenda si attesta appena un gradino sotto Matteo Renzi per quota di comunicazione dedicata alle elezioni (59,6%). Il suo, però, non è soltanto uno sforzo quantitativo, ma anche un reale posizionamento pro. Nell’analisi su Europa e leader politici, Calenda risulta il più europeista, con un DeRev Score di 23. È sempre stato molto presente sui social, ma ha spinto sull’acceleratore, soprattutto in chiave europea, dedicando alla campagna diversi format. Il primo è “schede”, con il quale presenta dei candidati, con formato visual omogeneo e una descrizione che li racconta. Il secondo è “Bla Bla Carl”, con il quale condivide con alcuni cittadini dei pezzi di strada mentre si sposta tra le varie tappe della campagna elettorale, e che poi racconta via social. Il terzo è “A te il microfono”: confronti pubblici sul territorio tra elettori e candidati. Infine “Dove ci vediamo”, con il programma degli incontri con i candidati.
I temi europei di Carlo Calenda
Il leader di Azione sui social fa espliciti appelli al voto, precisando che lo chiede sulla base di un programma reale, una proposta seria e non “contro” qualcuno come fanno altri candidati. Lamenta anche la scarsa attenzione che la politica italiana starebbe riservando all’Europa e alle elezioni, brandendo il rischio di non riuscire a migliorare la situazione attuale che vede l’Italia al 25esimo posto per influenza in Parlamento europeo. Il simbolo elettorale compare praticamente su praticamente tutti i visual e ha pubblicato diversi post dedicati alla campagna sia da un punto di vista politico, sia da quello programmatico. Si posiziona pro-Draghi, mostra sensibilità per la politica estera europea (Ucraina e Georgia) e parla di riforme europee (anche ai trattati). È per il ritorno al nucleare e contro il Green Deal (considerato una follia ideologica), con una proposta complessiva che verte su difesa comune, sanità e lavoro.
6. Giuseppe Conte
Insieme a Calenda e Renzi è quello che, proporzionalmente ai post che pubblica, parla più di Europa e campagna elettorale (42,3%). Si scaglia frequentemente contro Meloni e contro le candidature di bandiera. Presenta qualche candidato e invita esplicitamente al voto. Dà notizia delle tappe della campagna elettorale e del voto ai fuori sede. Oltre ciò, non c’è molta evidenza dei punti programmatici e per lo più definisce il M5S per distanza da altri partiti e candidati. In generale, comunque, con riesce a dare un’idea chiara e esaustiva delle posizioni del M5S e si ferma ad alcuni concetti teorici: pace, giusta retribuzione, tutela dell’ambiente e degli animali, contrasto alla corruzione e alle politiche di tagli, giustizia e ambiente.
7. Matteo Salvini
Nella comunicazione di Matteo Salvini convivono tre anime: quella istituzionale, quella politica e quella elettorale. Nessuna prevale sulle le altre, quando forse, in campagna elettorale, sarebbe comprensibile un maggior focus. Infatti, dedica alle elezioni appena il 22,2% della sua comunicazione social, ma gli sono sufficienti per marcare un posizionamento preciso. Tra tutti i protagonisti considerati dall’analisi su Europa e leader politici, infatti, è quello più critico (punteggio di europeismo -23). Il suo score deriva dalla conferma dell’impostazione nazionalista, con il claim Più Italia, meno Europa, al quale dedica anche una campagna visiva. Così, attraverso la contrapposizione di elementi identificativi, semplifica all’osso la sua visione: insetti vs pasta, uomo incinto vs famiglia tradizionale, donne con il velo vs ragazze libere, Salis vs Vannacci.
I temi europei di Matteo Salvini
Matteo Salvini ha alcuni cavalli di battaglia che reitera periodicamente, tra questi spiccano la difesa del Made In Italy e la difesa dei valori occidentali. Nel primo caso si scaglia nel concreto contro, ad esempio, il cibo sintetico, nel secondo contro un’Europa destinata a diventare una colonia “Cino-islamica”. Si tratta per lo più di slogan, senza alcun affondo in merito a punti programmatici. Per rafforzare l’idea ha cominciato a dare testimonianza di storie di “integrazione bella”, cioè di incontri con immigrati che, secondo lui, hanno capito che devono rispettare le regole dell’Italia. Ciò detto, la gran parte dello sforzo comunicativo di Salvini è orientato alla difesa e alla legittimazione della candidatura di Vannacci, unico candidato della Lega ad avere spazio nella campagna social del leader, al quale ha dedicato diversi post. Molto, comunque, arriva da stralci di video in occasione della presentazione del suo libro “Controvento”, alla quale Salvini ha dedicato un discreto spazio.