I settori che stanno rapidamente evolvendo con l’introduzione di strumenti innovativi come l’AI sono innumerevoli. Nel marketing vengono già ampiamente utilizzati per potenziare tanto le strategie quanto le diverse pratiche digitali. E l’impatto dell’intelligenza artificiale sui social è così potente che, secondo Statista, nel 2028 il fatturato del mercato globale dell’AI, esclusivamente in questo settore, raggiungerà i 107 miliardi di dollari.
Non si tratta solo di utilizzare Suno per generare musica o il modello avanzato di Google Gemini per risolvere problemi complessi. Le piattaforme hanno già inglobato l’AI generativa, quella cioè incentrata sulla creazione di video, immagini e testi originali utilizzando tecniche avanzate di machine learning. Questo significa che i creator e le aziende hanno a disposizione una serie di tool che permettono di moderare i contenuti e, allo stesso tempo, di crearli con più facilità. D’altra parte, sorgono diversi interrogativi sul modo in cui i dati degli utenti vengono utilizzati dalle big tech come Meta e ByteDance per addestrare i propri modelli.
Intelligenza artificiale sui social Meta
Le innovazioni basate sull’AI introdotte su Facebook e Instagram sono ormai all’ordine del giorno. Alcune di esse non sono ancora disponibili in Europa dove vigono il GDPR e l’AI Act, due normative che regolano il trattamento dei dati personali. Come vedremo, si tratta di un tema cruciale nell’ambito del machine learning e della tutela delle informazioni sensibili online.
In generale, Meta ha aggiornato gli algoritmi di entrambe le piattaforme modificando il criterio in cui vengono mostrati i post nei feed. Si tratta di novità basate proprio sull’AI, che analizza le interazioni e le preferenze degli utenti per proporre i contenuti più pertinenti per ognuno. In particolare, l’algoritmo di Facebook personalizza i suggerimenti grazie ad una rinnovata velocità di elaborazione dei segnali di comportamento.
Meta AI
Una delle novità attualmente disponibile in diversi paesi come Stati Uniti, Canada e Australia ma non ancora in Europa è Meta AI. È l’assistente virtuale basato sul modello open-source Llama 3.2 ed è integrato con Facebook, Instagram e WhatsApp, oltre che con dispositivi come gli occhiali Ray-Ban e i visori Meta Quest.
Permette un approccio conversazionale, proprio come con ChatGPT, e offre risposte a domande e richieste di approfondimento. Dà inoltre la possibilità di:
- creare e modificare foto già esistenti aggiungendo o rimuovendo oggetti oppure migliorando la resa finale
- tradurre automaticamente video in diverse lingue mantenendo il tono di voce e l’espressività
- ricevere supporto per la scrittura didascalie e l’ideazione di contenuti che siano in linea con le ultime tendenze.
Per le aziende, questo strumento in AI si rivela utilissimo per interagire con gli utenti, perché in grado di gestire le richieste frequenti tramite chatbot e supportare sia i processi di acquisto che l’assistenza.
Strumenti pubblicitari di Facebook e Instagram in AI
Anche gli inserzionisti possono approfittare di tool in intelligenza artificiale sui social di Meta. Questi sono stati ideati per ottimizzare le campagne e velocizzare la creazione dei contenuti.
- Background Generator permette di generare diversi sfondi per le immagini dei prodotti.
- Con Image Expansion è possibile adattare automaticamente le dimensioni delle immagini per i diversi formati pubblicitari a disposizione; in questo modo, gli annunci verranno visualizzati perfettamente su ogni piattaforma.
- Text Variations genera diverse versioni di uno stesso testo pubblicitario.
- Image Animation permette di animare velocemente le foto.
Realizzare video con l’intelligenza artificiale sui social non è solo un esercizio creativo ma una risposta alla crescente necessità dell’audience di interagire con reel e storie sempre originali.
Etichette per l’AI
Se, da un lato, la big tech favorisce l’utilizzo dell’AI generativa per la creazione di immagini e video, dall’altro cerca di essere trasparente sull’origine dei contenuti fruiti. Sia su Facebook che su Instagram, infatti, ha rilasciato delle etichette che segnalano i post editati o modificati con l’intelligenza artificiale che è possibile visualizzare all’interno di un menu. Quelli realizzati interamente in AI, invece, riportano l’etichetta ben visibile.
Si tratta di una modalità pratica per evidenziare sia le potenzialità delle nuove tecnologie che la creatività umana che se ne serve. E rendere chi naviga consapevole di cosa sta osservando, restituendogli un potere critico che altrimenti verrebbe a mancare.
AI su Threads
Sul social più giovane della famiglia Meta, l’intelligenza artificiale personalizza il feed così da rispecchiare gli interessi personali. Come succede per Facebook e Instagram, infatti, anche su Threads l’algoritmo è predittivo: grazie all’AI, offre contenuti che soddisfano chi utilizza la piattaforma basandosi su dati che combinano le attività e le interazioni più recenti. Lo stesso meccanismo viene applicato per il suggerimento di nuovi profili da seguire, che sono raccomandati analizzando affinità e passioni condivise.
Anche per Thread, Meta ha annunciato il rilascio di una sezione dedicata ai contenuti in AI. In questo modo, sarà possibile interagire con post interattivi e altamente ingaggianti. Infine, la moderazione è automatizzata e testi e immagini non conformi alle linee guida vengono individuati e filtrati.
Strumenti di intelligenza artificiale su TikTok
Anche in fatto di AI, i social fanno a gara a chi rilascia la novità più interessante per i propri iscritti e inserzionisti. TikTok non è da meno e, negli ultimi mesi, ha ideato una serie di funzionalità che da un lato migliorano l’esperienza e, dall’altro, garantiscono una maggiore trasparenza.
Proprio per segnalare i contenuti realizzati con l’intervento dell’AI, nel maggio 2024, il social ha annunciato l’adozione di Content Credentials. Si tratta di una tecnologia sviluppata da Adobe per identificare ed etichettare automaticamente i video creati o modificati tramite intelligenza artificiale. In questo modo, garantisce una fruizione più sicura della piattaforma.
Chatbot e Avatar
Il social di proprietà di ByteDance ha anche sviluppato un nuovo chatbot chiamato Tako che, idealmente, potrebbe essere il corrispettivo di Meta AI. Attualmente è in fase di test e consentirebbe agli utenti di esplorare nuovi profili, ricevere suggerimenti sui video da guardare e ottenere risposte a domande in app, migliorando notevolmente l’interazione e la scoperta di contenuti.
Nel giugno 2024, la big tech cinese ha introdotto anche Symphony AI, una suite di strumenti avanzati per i creator che desiderano sfruttare al massimo le potenzialità dell’intelligenza artificiale utilizzando dei veri e propri avatar personalizzabili.
LinkedIn: l’AI al servizio di candidati e recruiter
Anche LinkedIn, con il suo recente aggiornamento di algoritmo ha adottato diverse funzionalità che sfruttano l’AI. In questo caso, le news riguardano tanto l’esperienza degli utenti quanto i processi di networking e reclutamento.
Prima novità importante è l’introduzione di un assistente per la ricerca del lavoro. Oltre a offrire suggerimenti personalizzati su come migliorare il profilo e quali competenze evidenziare, supporta i candidati nella scoperta di nuove opportunità. Attualmente disponibile in fase beta per un gruppo limitato di abbonati, l’assistente HR del social dovrebbe essere esteso a una platea più ampia nei prossimi mesi.
Lato aziende, invece, la piattaforma ha introdotto l’Hiring Assistant che, come una faccia della stessa medaglia, semplifica il processo di selezione del personale. Permette infatti di scremare le candidature in modo automatico liberando tempo per chi lavora nelle risorse umane che, quindi, può concentrarsi su decisioni strategiche e sui colloqui.
Contenuti in AI su LinkedIn
Non riguardano (ancora) la creazione di video e immagini, ma anche LinkedIn ha introdotto delle novità per velocizzare l’ideazione e la condivisione dei contenuti. Si tratta degli Articoli Collaborativi, chiamati così perché nascono proprio dalla collaborazione tra AI e team editoriale LinkedIn. Iniziano come spunti di conversazione e vengono poi arricchiti dagli utenti, favorendo lo scambio di opinioni di valore e promuovendo i confronti tra professionisti di diversi settori.
Intelligenza artificiale su YouTube
Che venga considerato un social o meno, anche YouTube ha introdotto una serie di funzionalità basate sull’AI. Il suo algoritmo è tra i più complessi in assoluto. Recentemente è stato aggiornato con l’intenzione di spingere le interazioni, premiare i creator emergenti e invogliare gli utenti a spendere più tempo in app.
Inspiration Tab, ad esempio, è uno strumento in AI che suggerisce idee per nuovi contenuti. Analizza i video già pubblicati insieme alle tendenze del momento per proporre titoli, miniature e script dettagliati. Questa funzione semplifica il processo creativo, offrendo spunti personalizzati.
Gli Shorts, ultimo formato disponibile, sono stati potenziati dall’introduzione di Dream Screen, sviluppato grazie al modello Veo di DeepMind. Con questo tool è possibile aggiungere ai propri video brevi degli sfondi e delle clip generate dall’AI. In questo modo si amplifica la creatività degli utenti: il contenuto che ne risulta viene poi contrassegnato con watermark per segnalare l’uso dell’intelligenza artificiale.
Traduzione e risposte automatiche
Rendere i video accessibili a un pubblico internazionale è sicuramente una delle esigenze della piattaforma. La funzionalità di traduzione e doppiaggio automatico multilingue va proprio in questa direzione. Abbattendo le barriere linguistiche, aumenta la portata dei contenuti per i creator e per le aziende che, così, possono raggiungere target internazionali con più facilità.
Per rafforzare le community, infine, YouTube sta sperimentando una funzione di generazione automatica delle risposte ai commenti. In questo modo, è possibile interagire con il proprio pubblico rapidamente, gestendo le conversazioni e moltiplicando le connessioni. Il consiglio è sempre quello di curare le domande più particolari in modo personale.
Tutela dei minori
Il Tubo ha introdotto diverse misure che garantiscono la sicurezza dei più giovani. Il controllo parentale consente ai genitori di collegare i propri account a quelli dei figli per monitorarne l’attività e i commenti, ricevendo delle notifiche ogni volta che vengono avviati streaming in diretta o caricati dei video. È possibile poi utilizzare una modalità con restrizioni per filtrare i contenuti potenzialmente dannosi. L’apprendimento automatico della piattaforma aiuta infine ad identificare i contenuti pericolosi e rimuoverli, segnalandoli al contempo alle autorità competenti.
Dati degli utenti e addestramento dell’intelligenza artificiale sui social
Meta ha introdotto delle politiche che permettono alle sue piattaforme di utilizzare post, foto e video condivisi pubblicamente per potenziare la sua AI. In Europa e nel Regno Unito, dove vige il GDPR, è possibile escludere il proprio account da questo processo. Basta accedere alle impostazioni di Facebook o Instagram, navigare nella sezione dedicata alla gestione della privacy e compilare un modulo per esprimere la propria opposizione all’uso dei propri dati. Anche negli altri paesi, seppur macchinosa, è disponibile la procedura per negare il consenso.
Dopo aver ammesso di aver utilizzato i contenuti degli utenti per addestrare i suoi modelli AI, anche LinkedIn ha aggiornato la sua politica sulla privacy. È possibile ora disattivare questa opzione per tutelarsi nel futuro: la scelta non è retroattiva.
TikTok utilizza informazioni come la geolocalizzazione e le connessioni per migliorare l’esperienza in app e la profilazione pubblicitaria, ma anche per potenziare l’AI. Al contempo, sta implementando sia campagne informative per sensibilizzare le persone che strumenti appositi per riconoscere i contenuti non generati dagli utenti.
YouTube, che utilizza i sottotitoli dei video per addestrare l’AI, ha recentemente affermato di aver adottato misure per prevenire la raccolta non autorizzata di dati e informazioni e rispettare le normative sulla proprietà intellettuale.
L’approccio olistico all’intelligenza artificiale
Sta emergendo la tendenza a considerare l’intelligenza artificiale come parte di un sistema più ampio. La necessità è quella di integrare le discipline per ottenere risultati più sostenibili ed etici. Prendendo in considerazione sia fattori tecnici che umani e organizzativi, l’AI viene trattata in modo interdisciplinare per valutare come i progressi di ogni settore influiscono gli uni sugli altri.
Un approccio di questo tipo considera anche le implicazioni a lungo termine dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale sui social e non solo, valutandone l’impatto generale, lavorativo e sui diversi mercati. Si tratta di una visione globale, grazie alla quale si cerca di massimizzare il potenziale dell’AI minimizzandone i rischi associati.
In quest’ottica, nonostante le soluzioni fornite dall’AI consentano una maggiore autonomia, è sempre bene affidarsi a dei professionisti. Solo così si è certi di agire, nell’ambito delle proprie strategie di marketing e comunicazione, nel rispetto delle normative e dei diritti d’autore, utilizzando le nuove tecnologie a scopi virtuosi.