Nell’ultimo decennio il Fintech ha rivoluzionato il mondo degli investimenti, creando piattaforme e servizi che disintermediano il rapporto tra consumatori, investitori e istituti bancari e finanziari così che le opportunità per gli utenti si sono moltiplicate. Questo nuovo scenario fa sì che, al contrario di ciò che siamo abituati a pensare, gli investitori non siano più solo coloro che hanno la possibilità di impegnare cifre importanti, ma anche chi ha un budget limitato e vuole semplicemente far fruttare i propri risparmi.
Ad esempio, se avessi 1000 euro e volessi investirli, quale sarebbe il metodo più vantaggioso? Uno strumento sicuramente efficace per investire è il p2p lending, anche chiamato lending crowdfunding, attraverso cui si possono prestare i propri soldi ad altre persone per riceverli indietro maturando un interesse vantaggioso con rischi tuttavia limitati, in quanto le piattaforme stesse si preoccupano di selezionare i progetti prima di proporli.
Come funziona il P2P Lending
Il p2p lending è una particolare tipologia di crowdfunding che mette in contatto investitori e progetti personali o imprenditoriali che chiedono di essere finanziati attraverso un prestito da restituire nei mesi successivi. Le piattaforme di p2p lending sono i luoghi virtuali in cui avviene questo incontro, che ha una duplice convenienza: sia per gli investitori, che in questo caso vengono chiamati prestatori (lender) e che ottengono ritorni significativi sulle cifre investite, sia per gli utenti che richiedono il prestito (borrower) e che hanno la possibilità di accedere ad un finanziamento che possono ottenere in poche ore direttamente online e che, in alcuni casi, farebbero fatica a vedersi concedere in altro modo.
Il p2p lending è uno strumento finanziario alternativo che sta acquistando consensi e sta crescendo a ritmi decisamente sostenuti: l’ultimo rapporto del Cambridge Centre for Alternative Finance, intitolato “Paradigmi in movimento”, uscito nel 2019 e basato su dati del 2017, ci informa che dal 2016 al 2017 i volumi del mercato del crowdfunding sono cresciuti del 36% passando da 7,67 miliardi di euro a 10,44 miliardi di euro, con il lending che occupa una quota di ben il 79%.
Pur trattandosi di uno strumento relativamente nuovo, in Italia è già stato accuratamente normato per dare maggiori garanzie agli investitori per cui la legge prevede che le piattaforme debbano essere istituti di pagamento autorizzati e vigilati dalla Banca d’Italia.
Cosa fa e quanto ci guadagna la piattaforma?
Le piattaforme di lending crowdfunding sono chiamate a fare da tramite tra gli investitori e i richiedenti, la loro principale funzione è quella di assicurare la solvenza, scegliendo progetti validi e soggetti con le carte in regola per ripagare i prestiti, prima di proporli a chi investe, ma anche facendosi da garanti quando necessario.
Ovviamente le piattaforme stesse traggono guadagni in maniera proporzionale agli scambi che avvengono ma anche ai prestiti che vengono restituiti, questo fa sì che sia totalmente nel loro interesse assicurare che i progetti siano meritevoli.
Opportunità e vantaggi per i prestatori
Le piattaforme di lending crowdfunding, dunque, funzionano come dei veri e propri marketplace in cui vengono mostrati i progetti in cui si può investire. Per iniziare, il prestatore deve innanzitutto scegliere la piattaforma più adatta alle proprie esigenze: esistono piattaforme dedicate solo ai prestiti tra privati, riservati alle aziende o ibride e il mercato è fatto di player italiani o stranieri.
Si possono ovviamente scegliere anche più piattaforme nel caso si voglia differenziare il proprio portafoglio. Una volta selezionata la piattaforma, in ogni caso, ci si dovrà registrare, caricando tutti i documenti richiesti e sottoponendosi alle procedure di identificazione richieste.
Il secondo step prevede di decidere la somma da investire per poi caricarla sulla piattaforma in un conto virtuale, ovvero un wallet elettronico che verrà aggiornato di volta in volta.
Infine, si selezionano i progetti su cui investire in base a diversi fattori tra cui la percentuale di rischio, i tempi di ritorno, i guadagni attesi ma anche gli obiettivi e le finalità di chi chiede il prestito, ai valori su cui fonda la sua proposta e all’utilità sociale che si ritiene possa avere, soprattutto nel caso dei progetti di business.
Una volta compiuti questi passi, il lender sarà pronto ad investire i propri risparmi scegliendo i progetti e le richieste di prestito su cui puntare, per poi monitorare l’andamento degli investimenti e in conclusione incassare o decidere di investire ancora.
Quanto si può guadagnare e in che tempi?
Il ritorno di investimento, tecnicamente ROI, per gli investimenti tramite piattaforma di p2p lending è molto alto e in Europa arriva fino al 12% o al 14%. Generalmente le piattaforme parlano di interessi minimi compresi tra il 3% e il 4% che crescono in base al profilo di rischio che si sceglie e alla durata dei prestiti che si decide di finanziare. Di solito si va dai 12 ai 48 mesi per la restituzione complessiva del prestito ma il lender vede accreditati sul suo conto i proventi sin dalla prima rata.
C’è da segnalare, inoltre, che dal 2018, con la Legge di Bilancio, si è deciso di assoggettare i proventi derivati dal p2p lending ottenuti da persone fisiche alla ritenuta a titolo definitivo con aliquota al 26%, questo ha notevolmente semplificato anche gli adempimenti fiscali relativi a tale tipologia di investimento.
Quali sono i rischi da tenere in considerazione?
Vediamo quali sono i rischi del p2p lending insieme alle misure da adottare per contenerli:
- Il principale rischio è quello di insolvenza del debitore che, trovandosi in difficoltà, potrebbe smettere di pagare le rate. Per evitarlo il consiglio principale è quello di diversificare il proprio investimento destinando gli importi a progetti e destinatari diversi tra loro, oltre a dare precedenza alle piattaforme che forniscono la garanzia del buyback, cioè del riacquisto del credito in caso di default del richiedente.
- Altro rischio è il cash drag, ossia uno squilibrio tra domanda di prestiti e offerta che fa sì che i capitali dei lender restino a lungo infruttuosi e depositati sulla piattaforma. Per scongiurare questo rischio sarà bene tenere d’occhio le diverse piattaforme e scommettere su quelle più attive sul mercato, oltre a controllare spesso lo stato dei propri investimenti e chiudere quelli che non portano frutti per un periodo prolungato di tempo.
- Essendo online, le piattaforme di lending crowdfunding possono essere violate e i dati dei lender potrebbero arrivare in mani sbagliate. Innanzitutto, c’è da dire che questo è un rischio particolarmente remoto perché tutte le piattaforme, soprattutto quelle con più scambi attivi e che sono sul mercato da più tempo, sono attentamente controllate, ma per minimizzare questo rischio il consiglio è di informarsi approfonditamente prima di scegliere la piattaforma da utilizzare.
- Pur essendo quello del p2p crowdfunding un mercato particolarmente florido, esiste un rischio di default anche della piattaforma stessa. Anche in questo caso la raccomandazione è di scegliere gli operatori che danno più garanzie e di diversificare il più possibile l’investimento su diverse piattaforme.
Quali sono le piattaforme attive in Italia?
Occupandoci di consulenza strategica in ambito fintech, crowdfunding e sharing economy, abbiamo dato un’occhiata alle principali piattaforme – sia italiane che straniere – per capire le differenze e i punti di forza di ciascuna:
1) Smartika – www.smartika.it
Di proprietà di Banca Sella Holding Spa, Smartika nasce in Italia nel 2012 con lo scopo di dare a quante più persone possibili l’opportunità di praticare il social lending. Si tratta di una piattaforma di p2p lending specializzata nel prestito tra privati, che funziona come un vero e proprio marketplace in cui vengono proposti ai finanziatori progetti meritevoli e affidabili, già pre-selezionati.
- Rapidità, in pochi minuti i borrower possono sapere se il proprio progetto è ritenuto finanziabile o meno, anche utilizzando il simulatore per il calcolo delle rate in base ad importo e durata del finanziamento, e richiedere il prestito al 100% online;
- Semplicità di utilizzo e trasparenza nelle procedure per i prestatori che possono svolgere tutte le operazioni, sia di investimento che di monitoraggio dei propri investimenti, direttamente dall’area riservata;
- Divisione in 12 mercati in cui i richiedenti sono raggruppati in base al loro merito creditizio e alla durata del prestito;
- Rischio diversificato perché il denaro investito viene automaticamente frazionato dalla piattaforma tra almeno 50 richiedenti.
2) Borsa del credito – www.borsadelcredito.it
Fa capo ad ART SGR Spa ed è un marketplace di p2p lending dedicato esclusivamente ai prestiti alle imprese, mentre i finanziatori possono essere privati, altre società oppure istituti di credito.
- Rapidità della risposta: le imprese che si candidano per ricevere un finanziamento ricevono una valutazione entro 24 ore ed entro 3 giorni possono già ottenere il denaro;
- I finanziatori possono aprire un conto gratuito da cui gestiscono i propri investimenti;
- Diversificazione: l’investimento è differenziato tra imprese a diverso rischio.
3) Mintos – www.mintos.com
È uno degli operatori con più esperienza in Europa, essendo la prima piattaforma di crowdlending nata in Lettonia nel 2015 e divenuta un marketplace internazionale che, come startup, ha ricevuto come startup un totale di 7 milioni di euro di finanziamenti tra il 2016 e il 2018. Mintos, in realtà, mette in contatto gli investitori con gli emittenti di prestiti che vogliono rivendere i crediti erogati. Su Mintos è possibile finanziare progetti di diverso tipo, dalle attività agricole agli anticipi fatture.
- Lunga esperienza sul mercato;
- Marketplace molto ampio con investitori da 65 Paesi;
- Investimenti di tante differenti tipologie e a partire da 10 euro.
4) October – it.october.eu
Si tratta di una piattaforma nata in Francia nel 2014 ma attiva in diversi Paesi europei tra cui l’Italia, in cui ha una sede a Milano. Il portale vanta oggi 17.000 prestatori che possono investire somme a partire da 20 euro.
- Trasparenza: entrambe le parti, finanziatori e richiedenti, hanno sempre accesso ai criteri di selezione;
- Piattaforma specializzata in credito alle imprese, ha erogato negli anni 419.051.780 € a ben 869 imprese;
- Non richiede garanzie personali agli imprenditori.
5) Prestiamoci – www.prestiamoci.it
Piattaforma italiana specializzata in prestiti tra privati, è presente da oltre 10 anni sul mercato ed è uno degli operatori più conosciuti nel nostro Paese. Si tratta di un operatore che prende in considerazione il merito creditizio di chi richiede il prestito e lo inserisce in una classe che va da A a G a seconda della sua affidabilità.
- Si può chiedere un finanziamento per qualsiasi progetto personale;
- L’intera procedura è online con firma digitale;
- Non ci sono penali d’uscita.
All’interno del Crowdfunding World, l’e-book gratuito pubblicato da DeRev per esplorare tutto l’universo del crowdfunding, abbiamo ampiamente trattato anche il p2p lending e tutti i dettagli culturali, normativi e pratici per chi utilizza questo modello di crowdfunding: il nostro team resta dunque a disposizione degli utenti e delle piattaforme per ricevere i vostri feedback ed eventuali segnalazioni ed esperienze per integrare e arricchire questo articolo.