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I temi della campagna elettorale sui social media
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I temi della campagna elettorale sui social media

  • 29 Settembre 2022
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Lo studio dei temi della campagna elettorale sui social media completa il nostro ciclo di analisi dedicato alle elezioni. Durante il periodo pre-elettorale, siamo stati impegnati nel ruolo di osservatori. Diverse testate giornalistiche, infatti, ci hanno chiesto dati e interpretazioni di ciò che stava accadendo. Dopo un excursus sui singoli protagonisti, e dopo aver raccolto un piccolo compendio degli errori che sono stati compiuti in termini di comunicazione, ci occupiamo quindi della sostanza dei messaggi. La nostra analisi ha l’obiettivo di scoprire quali sono stati gli argomenti più frequenti, ma anche di individuare quelli che hanno maggiormente coinvolto gli utenti. Infine, abbiamo valutato quali dei principali leader politici sono stati capaci di dettare maggiormente l’agenda su ciascuno di essi. Questi risultati, insieme a quelli delle passate analisi, contribuiscono a spiegare l’esito del voto.

I temi della campagna elettorale: di cosa si è parlato di più sui social media

Principalmente, giornali, politici e influencer hanno concentrato la campagna elettorale su 7 temi.

I temi della campagna elettorale, DeRev

1) Elezioni

Tra i temi della campagna elettorale sui social svettano le elezioni stesse. In questo che può essere considerato un contenitore onnicomprensivo sono stati generati moltissimi contenuti e oltre 22mila articoli dedicati sono stati condivisi sui social. Questi articoli hanno generato un engagement totale di oltre 2,6 milioni di reazioni, l’82% delle quali è di scherno e presa in giro. Un segnale del fatto che gli italiani continuano ad avere un rapporto di diffidenza con la politica. Il dibattito su questo tema risulta omogeneo in tutto il Paese, senza distinzioni tra aree geografiche. Su questo generale tema delle elezioni, l’engagement maggiore è per Giuseppe Conte, seguito da Carlo Calenda.

2) Bollette ed energia

Sarà l’inverno alle porte, sarà la preoccupazione, ma il costo dell’energia ha catalizzato molta attenzione. 5,8mila articoli condivisi e quasi un milione di reaction. Il maggior numero di interazioni si concentrano sui post che raccontano storie di chi sta già denunciando bollette esorbitanti. Anche se l’interesse sembra più acceso al Centro e al Nord Italia, dove il tema è caro non soltanto ai cittadini ma anche alle imprese. Sulle bollette, quindi, i protagonisti sono gli stessi cittadini/imprenditori/utenti, con l’eccezione di una sola voce politica: quella di Gianluigi Paragone.

3) Russia

Non è stato propriamente uno dei temi della campagna elettorale, se non altro perché il trend delle conversazioni sui social media è abbastanza in linea con i mesi precedenti. Si tratta però di uno degli argomenti rispetto ai quali gli utenti si sono dimostrati più attivi. Quasi un milione di reaction a fronte di poco più di 4mila articoli condivisi sui social. Reagiscono di più gli utenti del Centro e del Nord e nessun politico risulta attivamente nel ruolo di propulsore del tema, se non Luigi Di Maio. Matteo Salvini ne è, invece, un protagonista in passivo. Il leader della Lega è risultato il politico più nel raggio delle conversazioni che riguardano la Russia. Non perché lui ne parli chissà quanto, piuttosto perché viene associato e non con intenti elogiativi.

4) Sicurezza

Alcuni esponenti politici hanno tentato di imporre il tema, con scarsi risultati. Sebbene se ne sia parlato molto (4,2mila articoli condivisi) gli utenti si sono mostrati tiepidi (appena 224mila reazioni). Interessante notare però che non è stato Matteo Salvini a dettare l’agenda sul tema, bensì Giorgia Meloni. È stato il primo segnale di spodestamento del leader della Lega, che si è visto sottrarre dalla collega di coalizione uno dei grimaldelli d’ordinanza. Come detto, tuttavia, il tema si è mosso sui social senza particolari fibrillazioni, mostrando la stessa dinamica tendenziale, fatta di alti e bassi a seconda degli eventi di cronaca.

5) Reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza occupa la parte bassa della classifica dei temi della campagna elettorale più presenti sui social media. Eppure, ogni volta che è stato condiviso un contenuto che ne parlava (1,5mila articoli), l’engagement è stato molto alto (oltre 500mila reazioni). Come dire: non è stato battuto abbastanza quanto avrebbero voluto i cittadini. Ma quali cittadini? La nostra rilevazione ha evidenziato un interesse molto ben geolocalizzato. È un argomento, infatti, che appassiona soprattutto il Sud Italia, mentre il tasso di adesione è minimo al Nord. Infine, se si crede che a dettare l’agenda sul tema sia stato Giuseppe Conte, si incappa in una sorpresa. Anche qui è stata Giorgia Meloni a fare da trend setter, riuscendo ad imporre la propria visione contro, a scapito di chi si era fatto portavoce della posizione a favore.

6) Diritti

Poco discussi, altrettanto meno entusiasmanti per gli utenti. Nessun politico ha davvero esposto il tema in questa campagna elettorale, al punto che outsider dell’agone politico, come cantanti, artisti e influencer, se ne sono dovuti far carico. Appena 1.400 articoli condivisi sui social ne hanno parlato e gli utenti hanno reagito con 224mila interazioni. Il picco? Ovviamente legato a Chiara Ferragni e alle sue prese di posizione contro Giorgia Meloni. Col senno di poi, forse l’influencer per eccellenza ha fatto il gioco del leader di Fratelli d’Italia, alzando il rumore intorno a lei e chiamando al posizionamento sul tema anche chi la Ferragni non la segue ma la critica. Era andata meglio in occasione della discussione del Ddl Zan, ma lì l’influencer era scesa nel merito senza personalizzare troppo (Renzi a parte). Qui il nemico aveva nome e cognome, e forse ha rischiato di aizzare la dinamica de “il nemico del mio nemico è mio amico”.

7) Flat Tax

È l’unico dei temi della campagna elettorale ad essere comparso sui social media in occasione del voto. Prima non se ne parlava e in molti sono andati a cercare informazioni. La maggior parte degli utenti che hanno mostrato interesse sono localizzati al Centro e al Nord, ribaltando la cartina messa a fuoco dal reddito di cittadinanza. Anche in questo caso, Salvini risulta schiacciato da un altro leader della coalizione. La Flat Tax, infatti, è stato un tema quasi completamente berlusconiano. Stiamo comunque parlando di 200mila reazioni, a fronte di appena mille articoli circa. Forse gli italiani avrebbero voluto saperne di più. Ma questo è stato un problema diffuso di questa campagna elettorale dove, tra gli errori dei politici, spicca proprio l’assenza di una comunicazione improntata sulla sostanza del messaggio.

I leader politici che hanno dettato l’agenda

Da questa analisi dei temi, dell’engagement e della popolarità dei leader su ciascuno di essi, è evidente che manca qualcuno all’appello. Abbiamo detto che Matteo Salvini si è lasciato sfilare almeno due cavalli di battaglia (sicurezza e Flat Tax) e che nessuno si è intitolato il tema dei diritti. Scritta meglio, quest’ultima frase fa luce in realtà sulla debolezza di Enrico Letta. Che è poi colui, ad esempio, che la comunicazione sui diritti avrebbe dovuto masticarla come pane quotidiano. In definitiva, il segretario del Pd non risulta associato a nessuna delle conversazioni sui principali temi. È colpa anche della strategia deliberata del partito che non ha puntato sull’esposizione del leader carismatico, ma di certo Letta non ha bucato neanche quando ne aveva licenza, o ci ha provato. Anche Matteo Renzi ha giocato una partita da comparsa. Si è occupato spesso di un po’ di tutto, ma senza imporsi nel dibattito su niente, finendo per scomparire. A elezioni concluse, infatti, i risultati sono riportati dalla cronaca come percentuali attribuite ad “Azione” di Carlo Calenda. Di Renzi e Italia Viva non c’è più traccia.


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