L’ottimizzazione del sito web è un’attività necessaria per ritagliarsi uno spazio rilevante online, ma che al contempo sembra ogni anno più ardua. Sulle azioni legate alla SEO, infatti, incidono un algoritmo di Google in costante evoluzione e uno scenario di sempre maggiore competitività. Non è mai stato così facile farsi sopraffare, così come non è mai stato così importante conoscere le regole del gioco per avere successo. Dalla SEO tecnica alla SEO semantica, sono diverse le aree strategiche da presidiare in contemporanea. Noi ne abbiamo selezionate nove; ecco i nostri suggerimenti per padroneggiarle al meglio.
1. SEO tecnica
L’ottimizzazione del sito web passa innanzitutto dalla SEO tecnica, ossia da tutte quelle azioni che servono a farti vedere dai crawler di Google. Il primo passo della SEO tecnica consiste nella costruzione di una solida architettura per il tuo sito. Questa, infatti, faciliterà l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca e la navigazione da parte degli utenti. Per impostare la struttura puoi usare Google Search Console, che ti tornerà poi utile per testare la performance, insieme ad altri strumenti.
Nella fase di analisi, in particolare, dovrai verificare la presenza di errori nel codice di stato HTTP e nei file robots.txt, e correggerli. Accertati anche che non ci siano title tag e metadati duplicati. Controlla le statistiche sul traffico con Google Analytics, e valuta se modificare i contenuti con scarso rendimento. Un elemento da correggere assolutamente sono invece i broken link, cioè i collegamenti che rimandano a una risorsa non disponibile.
2. User Experience
Un tempo si parlava di Web Usability, oggi per indicare la percezione degli utenti di una pagina online si preferisce usare il termine User Experience (UX). La valutazione della UX tiene conto delle più comuni esigenze di individui e aziende sul web. L’obiettivo delle pratiche di User Experience è mettere a proprio agio l’utente. È una parte significativa dell’ottimizzazione del sito web.
Il tuo sito web deve essere innanzitutto rintracciabile, e poi accessibile a tutti. Deve soddisfare un bisogno concreto, ma anche essere gradevole alla vista. I contenuti devono essere credibili e fornire valore agli utenti.
I test A/B e i test multivariati sono un buon modo per valutare la UX in ottica di ottimizzazione del sito web. Il test A/B consiste nel confrontare due versioni diverse di uno stesso elemento (come un’interfaccia) per determinare quale funziona meglio. Il test multivariato, invece, individua la combinazione più efficace di svariati elementi.
3. Core Web Vitals
La User Experience, come si sarà inteso, influisce non poco sulla SEO. In particolare, da qualche anno Google ha identificato nei Core Web Vitals i principali fattori di ranking presi in considerazione per il posizionamento di un sito. Essi sono nello specifico:
- LCP (Largest Contentful Paint): velocità di caricamento;
- FID (First Input Delay): tempo di risposta della pagina a un’azione dell’utente;
- CLS (Cumulative Layout Shift): stabilità visiva del caricamento.
Sono questi i primi parametri in base ai quali si valuta la qualità dell’esperienza utente. Per misurarli, oltre a Google Search Console, si utilizzano programmi come PageSpeed Insights, Lighthouse e Chrome UX Report.
4. Indicizzazione mobile-first
Tra i crawler di Google assume particolare rilevanza il Googlebot smartphone, ossia l’agente preposto alla scansione dei contenuti di un sito in versione mobile. La procedura che mette in atto si chiama indicizzazione mobile-first, ed è stata implementata dal motore di ricerca nel 2018. Già da diversi anni, dunque, Google ti invita caldamente ad abbracciare il mobile per migliorare l’ottimizzazione del sito web. Infatti, oggi l’indicizzazione mobile-first è attiva per impostazione predefinita per tutte le nuove pagine.
Comincia con l’adattare il tuo sito a qualsiasi dispositivo, non soltanto desktop. Ciò significa anche ridimensionare le immagini; Google consiglia di ricorrere al responsive design. Per quanto riguarda i testi, prediligi contenuti brevi (inclusi meta titoli e meta descrizioni), più semplici da leggere anche da smartphone e tablet. Evita inoltre di affollare il sito di pop-up, che soprattutto su mobile rischiano di coprire i tuoi contenuti.
5. Parole chiave e search intent
Abbiamo parlato della SEO tecnica per l’ottimizzazione del sito web, veniamo ora alla SEO semantica. È risaputo che lo scopo principale dell’algoritmo di Google è capire il contesto di una determinata query e fornire risultati coerenti con l’intenzione dell’utente. Grazie alla crescente evoluzione di machine learning, AI e deep learning l’allineamento con tale obiettivo si sta facendo sempre più preciso. Questo rende la selezione di parole chiave un’attività più che mai essenziale per l’ottimizzazione del tuo sito. Ricorda che la rilevanza contestuale di una keyword deve associarsi a una o più query di ricerca. Soprattutto, ricorda che esistono query su cui è pressoché impossibile posizionarsi. Ad esempio, se Google stabilisce che chi cerca “Ricostruzione unghie Milano” vuole vedere un elenco di estetisti, una serie di saloni accreditati comparirà in cima alla SERP. Sarà molto difficile soppiantare quella directory.
6. SEO semantica: Schema markup
Parlando di SEO semantica, vale la pena dedicare uno spazio a Schema.org. La mission della piattaforma è quella di standardizzare i tag HTML, che indicano ai browser come mostrare le informazioni. Schema ha creato un vocabolario di markup dei microdati con linee guida sul loro utilizzo. Un riferimento per webmaster e sviluppatori, ma anche per i motori di ricerca, che si trovano a lavorare con codici più comprensibili.
L’aggiunta di Schema markup alle stringhe di codice non può far altro che aiutare l’ottimizzazione del sito web. Basti pensare che competitor come Google, Yahoo!, Bing e Yandex hanno fatto fronte comune per creare la piattaforma nel 2011.
Uno Schema markup, una volta implementato, fornisce al tuo contenuto un contesto chiaro, creando un rich snippet che appare nei motori di ricerca. Gli Schema markup si usano per articoli, percorsi di navigazione, eventi, pagine delle FAQ, offerte di lavoro, e molto altro.
7. Content marketing
Abbiamo già parlato del potere del content marketing in ottica di ottimizzazione del sito web. La creazione e la cura costante di un blog e/o di una newsletter possono fare la differenza per essere intercettati dagli utenti. Il tuo presidio di content marketing deve rappresentare un contenitore di risorse di valore in continuo aggiornamento, siano esse news, riflessioni, tutorial o consigli. È importante distribuire tali risorse su tutti i canali del tuo brand (social in primis) oltre al sito, ovviamente secondo un criterio di coerenza. Rifuggi la ripetitività, e sfrutta piuttosto le peculiarità delle piattaforme per mettere in risalto di volta in volta una diversa sfumatura del medesimo contenuto. Studia anche i formati a tua disposizione: immagini e video, ad esempio, hanno una capacità di conversione maggiore rispetto al solo testo. Infine, aggiorna periodicamente i contenuti più obsoleti e che generano poco traffico.
8. Link building
La link building è una tecnica SEO spesso sottovalutata nell’ottimizzazione del sito web. In realtà, i link sono uno dei fattori di ranking più importanti per Google. Una rete di collegamenti strutturata, infatti, ti consente di acquisire credibilità presso il motore di ricerca.
Nel fare link building, ricordati sempre che la qualità conta più della quantità. Non conviene affollare gli articoli di collegamenti soltanto per “fare numero”; oggi i motori di ricerca sono più abili a identificare lo spam.
Impostare il blog come una raccolta di informazioni o spiegazioni è già di per sé una buona strategia per attirare collegamenti rilevanti. Un’altra tecnica è la cosiddetta “broken link building”: consiste nell’individuare broken link esterni su siti analoghi al tuo, e raccomandare i tuoi contenuti in sostituzione. È utile poi sapere che esistono tipologie di contenuti che più facilmente attirano backlink naturali, come infografiche, classifiche, studi e ricerche, guide e glossari.
9. Analisi dei KPI
Il monitoraggio delle prestazioni in termini di ottimizzazione del sito web è un’azione da compiere con costanza. Per dare maggiore concretezza a quanto detto finora, tra i Key Performance Indicators (KPI) della SEO si segnalano:
- ROI (Return On Investment): rapporto tra l’investimento e il profitto realizzato;
- Conversioni organiche, che possono essere lead, vendite, o altro;
- Reach organica: visibilità raggiunta senza sponsorizzazioni;
- Tempo medio di coinvolgimento: metrica introdotta da Google Analytics 4, che indica la durata media di permanenza su una pagina;
- Tempo medio speso sul sito;
- Numero di utenti nuovi e di ritorno: valore stimabile tramite Google Analytics, per capire che tipologie di persone attirano le singole pagine;
- Posizionamento delle keyword.
Il peso dei KPI dipende dagli obiettivi che ti sei prefissato. Considerali comunque un buon punto di partenza per capire come misurare il tuo successo.
Come governare l’ottimizzazione del sito web
Non esiste un vero e proprio manuale di istruzioni per l’ottimizzazione del sito web. E, se anche esistesse, probabilmente si autodistruggerebbe periodicamente, con frequenza sempre più ravvicinata. È lo scotto che paga chiunque sceglie di operare in un ambito fluido qual è il digitale. Ma è anche un dato positivo, ossia il segno di un mondo che vive e si evolve insieme a chi lo tiene in vita.
Quando si parla di SEO ha senso inquadrare aree strategiche più che nozioni da applicare a menadito, e così abbiamo fatto in questo articolo. Questo è il punto di partenza; il resto è studio dei trend, analisi di contesto, aggiornamento e pianificazione continui. Senza dimenticare una consulenza specifica che trovi il migliore punto di incontro tra tutto ciò e il tuo brand.