Il PD continua a soffrire sui social. Nonostante un’elezione politica nazionale e una chiamata al rinnovo della segreteria, il Partito Democratico fa fatica a raggiungere e coinvolgere gli utenti nel dibattito. Dall’analisi che abbiamo condotto in occasione delle primarie del partito, emerge un quadro di comunicazione sui social media in cui il PD, negli anni, ha costantemente registrato una delle performance meno efficaci. Sul fronte comunicativo, è superato negativamente soltanto da quella di Forza Italia che, tuttavia, ha un elettorato tradizionalmente più anziano. Sebbene il seguito social non equivalga in maniera speculare al consenso politico, è comunque un termometro importante per stabilire quanto un partito, così come un leader, stia attirando quanto meno l’attenzione dei cittadini. I numeri che leggiamo oggi suggeriscono che la partecipazione alle primarie non sarà memorabile nella storia del PD e che al prossimo segretario toccherà riconsiderare come il partito parla ai cittadini.
La storia recente del PD sui social media
Negli ultimi 4 anni, quasi tutti i maggiori partiti politici hanno vissuto momenti di crescita importanti. Tanto le fanbase quanto l’engagement hanno rispecchiato i trend di predilezione politica degli elettori. Al contrario, il PD sui social è rimasto sostanzialmente stabile, accennando una crescita lenta. Oggi dialoga online con appena 968mila persone, contro l’1,1 milioni di FDI, i 2,68 milioni del M5S e l’1,7 milioni della Lega. Non va meglio con l’engagement medio, dove il PD si ferma al 2,4%, mentre la Lega tiene al 9,4% e FDI ha superato tutti con il 10,8%. Anche il M5S, il cui engagement medio è al momento al 2,1%, sembra attraversare un periodo di debolezza, ma è un dato congiunturale perché in passato ha avuto oscillazioni importanti e di rilievo. Per il PD si tratta, invece, piuttosto della norma. Segno che la “crisi” nel dialogo con i cittadini è più strutturale.
Le primarie
A partire dal mese di dicembre, quando le candidature alla segreteria hanno cominciato a profilarsi con chiarezza, il PD sui social ha peggiorato la propria presenza. Ha perso follower su Instagram e visto crollare l’engagement medio allo 0,45%. Il profilo TikTok, nato l’1 settembre 2022 in vista del voto, è stato completamente abbandonato il 23 settembre ed è rimasto silente da allora. In generale, sulle varie piattaforme, il partito ha pubblicato appena un post al giorno. “Per questo appuntamento così importante nella vita del partito – aggiunge Roberto Esposito – ci si sarebbe aspettati uno sforzo comunicativo orientato al coinvolgimento e alla partecipazione. Al contrario, la linea del PD sembra essere di totale chiusura e di ripiegamento verso l’interno: è difficile allargare il consenso con questo approccio, è come se l’informazione e il dibattito fossero riservati ai tesserati e avvenissero in luoghi appartati. C’è poca esposizione delle idee in pubblico“.
I candidati
Elly Schlein sembra completamente in linea con la comunicazione sotto traccia del partito, mentre Stefano Bonaccini è forse uno dei pochi esponenti del PD sui social ad avere una familiarità di indubbia efficacia con le piattaforme. Risulta particolarmente attivo e mostra una strategia nel proprio modo di dialogare con gli utenti. Ha preso di petto la campagna per la segreteria del partito pubblicando oltre 1.250 post a partire dal mese di dicembre e totalizzando 2milioni di interazioni da parte dei suoi 744mila follower. Elly Schlein, al contrario, sembra gestire in autonomia i propri canali social, dove si rivolge a una nicchia: ad oggi la seguono 481mila persone, ma la Schlein ha deciso di tenerle aggiornate con appena 371 post in due mesi e mezzo (830mila interazioni totali).
Conclusioni
Come rileva il CEO di DeRev, “sembra che Bonaccini possa meglio servire al fronte comunicativo del PD sui social. Ma il dato da cui partire è sconfortante. La campagna per le primarie – fa notare – non ha portato che un sparuto gruppo di nuovi follower al partito (5mila e quasi tutti su Twitter), appena 23mila per Bonaccini e 56mila per Schlein che è sicuramente la “novità” dello scenario. Sono numeri insignificanti e ci dicono che il partito è ancora molto lontano non soltanto dal riuscire ad agganciare nuovi simpatizzanti, ma anche dal mantenere un filo diretto e continuo con chi già si riconosce nel suo perimetro politico”.