DeRev ha aggiornato, come ogni anno, il Listino dei compensi degli influencer nel 2024 in Italia. Dalla nuova rilevazione emerge un quadro molto nitido: il mercato cresce, ma non per tutti. Aumentano nel numero e nei guadagni i creator più piccoli a scapito dei grandi nomi. Inoltre, e le piattaforme coinvolte nel giro di distribuzione degli investimenti dei brand sono ormai sostanzialmente tre (Instagram, TikTok e YouTube), più una in ascesa (LinkedIn). Ed è principalmente sul primo aspetto, quello che mette in risalto l’ascesa dei creator, che si staglia la maggiore novità dell’ultimo anno in questo settore. Per il resto, i guadagni mostrano medie in negativo (tranne Instagram) a fronte di una mercato complessivo che continua a crescere.
Il listino DeRev
Il listino dei compensi degli influencer in Italia è stato pubblicato per la prima volta da DeRev nel 2021 e viene aggiornato ogni anno. È utilizzato da creator e brand come punto di riferimento per il mercato italiano, ben diverso da quello estero. Il tariffario riporta un range di compenso medio in cui un influencer oscilla, a seconda della complessità del contenuto richiesto e del suo grado di autorevolezza presso il proprio pubblico, nonché del settore in cui opera. Il tutto partendo dalla classificazione degli influencer sulla base di due fattori analitici (numero di follower ed Engagement Rate). Il costo per post riportato dal listino utilizza un parametro unitario, ma quasi sempre non si tratta di un post unico ma di una collaborazione che prevede più contenuti o la combinazione con un set di storie. In questo 2024, per il report, sono stati monitorati oltre 5mila creator su quattro piattaforme.
Chi sale e chi scende
Il report evidenzia un’ulteriore caduta di Facebook: nel 2024 risultano in forte contrazione tutti i compensi (-47,40% in media) per tutte le categorie di influencer. Discorso diverso per TikTok e YouTube: qui il calo è in media del 19% per la prima e del 21% per la seconda, ma con differenze sostanziali per i diversi creator. Su TikTok è determinato dal crollo dei compensi delle celebrity (-67,7%) e dei Mega Influencer (-40%), mentre su YouTube i guadagni risentono della contrazione nel settore centrale (Mid-Tier e Macro Influencer, rispettivamente -26,5% e -33,5%). Instagram, invece, registra un aumento medio del +3,65%, ma a tutto vantaggio di alcune categorie: soffrono le Celebrity (-31,6%) e i Mega influencer (-16%) mentre sorridono tutti gli altri: i Macro vedono crescere i compensi del 16,5%, i Mid-tier del 23%, i Micro del 17,5% e in Nano del 12,5%.
La nostra interpretazione
“Guardando al Listino e mettendo a confronto i trend degli ultimi anni, con gli aumenti accentuati dei compensi nel 2021 e nel 2022, e le prime battute d’arresto per alcune categorie nel 2023 – ha spiegato il CEO di DeRev, Roberto Esposito – potrebbe apparire che il calo registrato nel 2024 o le crescite più modeste come quella di Instagram raccontino di un settore in crisi”.
In realtà, non è così. Come ha fatto notare Roberto Esposito, “la contrazione dei prezzi per un singolo contenuto è dovuta a una normalizzazione del mercato che, per altro, avevamo già previsto: per prima cosa, è cresciuto notevolmente il numero di creator con la conseguenza che ci troviamo per la prima volta in un vero e proprio scenario di concorrenza; in secondo luogo, le percentuali medie di riferimento per ogni piattaforma inevitabilmente non rendono conto delle fluttuazioni interne: sono i compensi dei mega influencer e delle celebrity a ridursi maggiormente perché i brand si stanno orientando sempre di più verso creator più piccoli”.
La predilezione di brand e utenti per i creator più piccoli e specializzati
Secondo quanto rilevato da DeRev, infatti, a partire dallo scorso anno le aziende hanno cominciato a ripartire il budget dedicato all’influencer marketing su più protagonisti dei social, andando a ridurre gli investimenti da grandi cifre su personaggi noti.
Il motivo, secondo il CEO Roberto Esposito, è che “sono in grado di offrire target più profilati e un grado superiore di fiducia da parte della propria community, che si traducono in un’autorevolezza di merito, fondata sulla qualità e il valore dei contenuti che producono, e non sulla fama. Inoltre – ha aggiunto Roberto Esposito – il fatto che non siano particolarmente noti ed esposti limita il rischio di crisi reputazionali. Infine, questa modalità di distribuzione del budget favorisce collaborazioni a lungo periodo, basate sullo storytelling di brand e prodotti in modo ricorrente nel corso dell’anno, mentre il costo di una celebrity costringe, nella maggior parte dei casi, ad attivare partnership spot per singoli contenuti che si esauriscono nel giro di 48 ore dalla pubblicazione”.
I dati di mercato
A riprova che il calo dei compensi non identifichi una crisi del comparto ci sono le rilevazioni sul mercato: DeRev conferma la previsione avanzata per il 2023 che fissava un +13% rispetto all’anno precedente (circa 348 milioni di euro in Italia), e stima per il 2024 un ulteriore aumento degli investimenti in advertising sui canali digitali, tra i quali anche quelli per l’influencer marketing che potrà raggiungere un volume di affari di circa 375 milioni di euro (+8% rispetto al 2023), pari a una quota compresa tra il 5% e l’8% della spesa complessiva in digital advertising.
Come cambia il rapporto è il rapporto di brand e utenti con gli influencer
Ciò che è cambiato, dunque, è il rapporto di brand e utenti con gli influencer. “Gli avvenimenti dell’ultimo anno, come il caso The Borderline e il Pandoro Gate, ha fatto notare Roberto Esposito -, hanno inciso profondamente sul mondo degli influencer. Non si riducono gli investimenti o l’interesse degli utenti nei confronti dei creator, ma cambiano le modalità di relazione e le aspettative nei loro confronti. In particolare, a guidare la relazione tra influencer e utenti, e di conseguenza i brand, sono due driver principali: la fiducia nel creator e il valore del contenuto”.
Stando a quanto osservato da DeRev, dunque, è aumentata enormemente la richiesta – se non la pretesa – di trasparenza e autenticità da parte di brand e utenti, che è anche la causa di una generale perdita di interesse nei confronti di celebrity e personaggi dello spettacolo a favore di creator che risultano più genuini. Inoltre, l’interesse si sposta dai personaggi in sé verso i contenuti (e solo successivamente sui i creator che li producono). Questo anche in forza delle impostazioni degli algoritmi. A fare la differenza sono quindi la qualità del contenuto e il valore che ricava chi ne fruisce, al punto che il numero di follower perde di importanza e non è più sinonimo di successo.
I COMPENSI DEGLI INFLUENCER PER PIATTAFORMA
La piattaforma è da tempo in fase calante sul fronte dell’influencer marketing. Oggi possiamo parlare di creator economy morente e non per l’assenza di utenti (gli italiani vi passano 16 ore al mese, al terzo post dopo TikTok – 32 ore – e YouTube -18 ore), ma per il cambiamento del loro comportamento online e per il contesto poco favorevole alla monetizzazione dei contenuti. Nell’ultimo anno, quasi tutti gli influencer hanno ridotto il numero di contenuti pubblicati rispetto all’anno precedente (-16,14% per le Celebrity, -34,11% per i Mid-tier e -30% per i nano) e diminuiscono sia il tasso di interazione medio con i contenuti, sia il tasso di crescita medio delle pagine Facebook (da 3,43% a 2,67% per le Celebrity, da 2,22% all’1% per i Macro, da 9,22% a 7,79% per i Mid-tier) che diventa addirittura negativo per i Mega influencer (da 1,18% a -0,03%).
Di conseguenza, il valore medio di un contenuto prodotto da creator e influencer continua a diminuire: servono 50mila follower per guadagnare 50 euro con un post e chi ha oltre 3 milioni di follower dimezza l’introito, da un massimo di 5.000 euro che si potevano ottenere nel 2023 si scende a 2.500.
Instagram resta il social media per eccellenza della creator economy, che si esprime sempre di più attraverso i creator che hanno follower fino al milione. La tendenza, sia dal punto di vista dei brand che degli utenti, è quella di una predilezione per i professionisti che non sono personaggi in senso stretto, ma che vengono recepiti come esperti affidabili di un determinato settore, e che premia sempre di più il contenuto a scapito del suo autore. La crescita dei compensi, quindi, comincia già a vedersi per i Nano influencer (50 euro di incremento sul prezzo massimo) e per i Micro creator (+17,5%). Poi si replica per i Mid-tier (50-300mila follower) che passano dai 850-4000 euro a contenuto del 2023 agli attuali 1.000-5.000 euro (+23%).
I Macro Influencer (da 300mila a 1 milione di follower) aumentano di 1.000 euro sia il minimo compenso (da 4.000 a 5.000 euro) che il massimo (da 8.000 a 9.000 euro) per un incremento del +16,5%. A salire, invece, si registrano contrazioni: i compensi dei Mega influencer (1-3 milioni di follower) scendono del 16% e quelli delle Celebrity del 31,6%. Da un punto di vista di gestione e performance, si rileva un aumento del numero di post pubblicati dai creator più piccoli (+17,4%) e anche del loro tasso di interazione medio. Crolla, invece, il tasso di crescita delle Celebrity (da 8% a 1,16% in media, con molti influencer in negativo), mentre aumenta quello degli influencer nelle fasce minori (da 15% a 18% per i Micro; da 22% a 25% per i Mid-tier; da 10% a 22% per i Macro; da 5,5% a 6,7% per i Mega).
TikTok
L’influencer marketing su TikTok continua a crescere, sebbene si rilevi una contrazione dei compensi degli influencer. In particolare, rimangono invariati i proventi per singolo video dei Nano-influencer, mentre crescono lievemente quelli dei Micro e dei Mid-tier: i primi passano da 250 a 650 euro a contenuto a 250-750 euro; i secondi da 650-3.000 euro a video a 750-3.000. I cali cominciano a vedersi sui compensi dei Macro influencer (da 3.000-7.000 euro a video a 3.000-5.000) e i Mega influencer (da 7.000-18.000 euro a contenuto a 5.000-10.000).
Ma sono le Celebrity a contrarre maggiormente i guadagni (-67,7%): se nel 2023 potevano vendere una partnership su singolo video in un range compreso tra i 18mila e 75mila euro, nel 2024 si devono “accontentare” di un compenso tra i 10mila e i 20mila euro. Sulla piattaforma è cresciuto del 45,5% il numero di contenuti pubblicati dai Mid-tier; del 55% quello dei video dei Macro e del 22,4% l’apporto dei Mega influencer. Le Celebrity, invece, hanno pubblicato in media il 13,85% in meno. Il tasso di interazione, invece, diminuisce per tutti, probabilmente a causa delle evoluzioni dell’algoritmo che oggi deve gestire un numero di gran lunga maggiore di contenuti nel feed della piattaforma.
YouTube
Su YouTube circolano da sempre i compensi più alti, ma l’aggiornamento del listino DeRev segna un calo dovuto a un assestamento. Rispetto allo scorso anno, i Nano influencer guadagnano le stesse cifre, mentre tutti gli altri calano, ma meno le Celebrity, in controtendenza rispetto alle altre piattaforme. La ragione sta nel fatto che la piattaforma non si regge su notorietà capitalizzate altrove: qui i “grandi” YouTuber sono seguiti sulla base di contenuti di merito grazie ai quali sono riusciti nell’impresa di assicurarsi un grande pubblico.
Chi ha più di 1 milione di follower continua a poter domandare un compenso che non si vede altrove (da 25mila a 75mila euro), che arrivava a 80mila euro nel 2023 (-13%). Cedono il 32% dei compensi i Mega influencer e il 33,5% i Macro. I primi passano da un compenso massimo del 2023 di 35mila a uno 25mila per il 2024. I secondi scendono da un massimo di 20mila a 12.500). Decrescono anche i Mid-tier che nel 2023 potevano aspirare a 10mila euro a video e ora vedono un tetto sui 7.500.
Diminuisce comunque per tutti il tasso di interazione con i video (da 6% a 4,5% per i Nano; da 5% a 4% per i Micro; da 4% a 3% per i Mid-tier; da 3,5% a 2% per i Macro; da 3% a 1,5% per i Mega; da 2,5% a 1,25% per le Celebrity) probabilmente per una crescita delle visualizzazioni in rapporto alle interazioni legata alla diffusione degli shorts.
Altre piattaforme e tendenze
Dal listino DeRev è da sempre assente X, social del tutto irrilevante per il mercato. Una certa attenzione va, invece, dedicata a LinkedIn: si tratta di una piattaforma in forte crescita che recentemente ha introdotto i primi strumenti per favorire la collaborazione tra brand e creator, che qui sono principalmente opinion leader, imprenditori e manager di spicco. Oltre a poter costruire una solida community, i creator di LinkedIn possono pubblicare contenuti “in partnership” con un brand, ottenere metriche più dettagliate sull’efficacia dei propri post e, in qualche caso, utilizzare un nuovo formato di advertising per promuovere i contenuti del proprio profilo nei confronti di un determinato target. L’altra tendenza accennata che non è ancora emersa significativamente è quella dei virtual influencer. Si registrano esperimenti che stanno dando esito positivo, ma che non si traducono ancora in reali posizionamenti di influenza o rilevanza sul mercato italiano.