L’introduzione dei video brevi, su TikTok prima e su Instagram poi, ha cambiato il modo in cui i contenuti sulle diverse piattaforme vengono fruiti. Eppure, un reel di 15 secondi potrebbe avere un senso diverso, o più ampio, se accompagnato da un testo. In questo modo, si arricchisce il messaggio di ulteriori significati, approfondendone la portata con informazioni, storytelling e punti di vista alternativi. È in questa cornice che le didascalie social mantengono una fondamentale importanza nella content creation.
Le (nuove) didascalie social
Si tende a pensare che le persone non leggano e che quindi non valga la pena spendersi in didascalie lunghe o di particolare effetto. Molto spesso però, soprattutto in determinati settori, vale il contrario: gli utenti si soffermerebbero sulle caption se queste fossero davvero ingaggianti.
Le didascalie social rivestono ancora un ruolo importante e non vanno riempite solo ed esclusivamente con una citazione e un elenco di hashtag. Se impostate nel modo giusto, possono attrarre l’attenzione del target e spingere a lasciare una reaction o un commento oppure a condividere il post. Il testo che accompagna la foto o il video è ciò che gli dà un senso ulteriore, stimolando una risata o un pensiero in più.
Non dimentichiamo che, come tutti gli altri formati che hanno a che fare con la scrittura o con foto e video, le didascalie social esprimono la personalità del brand o del creator. Questo permette di creare un legame emotivo e mettere in atto dei giochi di significato o delle abitudini di lettura che si rafforzano di post in post. Oppure, ancora, di far sentire gli utenti parte di una conversazione più ampia, con sensi e rimandi che li coinvolgono nell’universo dell’azienda.
Le didascalie social sono importanti anche per una ragione pratica. Gli algoritmi di Instagram, Threads, Facebook e X favoriscono i post che generano alta interazione. Una caption ben scritta migliora la visibilità dei contenuti, contribuendo al loro successo. E, per rimando, aumentando l’efficacia dell’intera strategia di comunicazione digitale.
Gli elementi comuni delle didascalie più coinvolgenti
Ogni piattaforma ha le sue regole in fatto di lunghezza della caption e di condivisione dei contenuti in senso più ampio. Ciò che rende una didascalia persuasiva su Instagram non funzionerà su TikTok. Tantomeno su X. D’altra parte, non esistono formule magiche che vadano bene per tutti i social e caption che aumentino automaticamente i follower e i like.
Ma ci sono alcuni elementi che rendono particolarmente attraenti i testi che accompagnano video e foto. E che spingono gli utenti a cliccare su “altro” per continuare a leggere.
1. Incipit accattivante
La didascalia di un post social ha il compito di arricchire di senso il contenuto visivo o fotografico condiviso. Ma anche di stimolare una riflessione, scatenare una risata oppure invitare a compiere un’azione.
Perché catturi l’attenzione del lettore, può contenere una provocazione, suggerire un’immagine vivida, porre una domanda che incuriosisca e induca a volerne saperne di più. Ma può anche stabilire un contatto emotivo attraverso sentimenti ed emozioni che l’utente conosce bene come l’amore, la rabbia, la perdita o la meraviglia. Oppure, ancora, può fare leva sulle situazioni che sicuramente ha vissuto e che possono chiamarlo direttamente in causa, favorendone l’immedesimazione.
Gli incipit che funzionano sono concisi e potenti: utilizzando poche parole arrivano dritti al punto con un dettaglio o un punto di vista stimolante.
2. Utilizzo di parole chiave
Per migliorare la visibilità dei post è necessario utilizzare delle parole chiave relative all’argomento trattato all’interno delle didascalie. Queste infatti aiutano gli algoritmi delle piattaforme a posizionare i contenuti, ma anche gli utenti ad individuare più facilmente ciò che stanno cercando. Non dimentichiamo infatti che molte persone, soprattutto le più giovani, utilizzano i social come motori di ricerca per ottenere informazioni su tematiche e tendenze specifiche.
Le keywords possono anche costituire degli ottimi hashtag in grado di posizionare il post sui social. Per scoprirlo, basta utilizzare la barra di ricerca e visualizzarne la rilevanza all’interno della piattaforma.
3. Storytelling
Chi, navigando sui social, arriva a un determinato contenuto ha più chance di soffermarsi e interagire se si sente emotivamente coinvolto. Lo storytelling è la tecnica di copywriting proprio incentrata sul narrare e può aiutare a stabilire un legame autentico tra brand e lettore, facilitandone la fidelizzazione.
Si tratta di creare un percorso espositivo che vada al di là della semplice condivisione delle informazioni. Il trucco è ideare un messaggio che abbia un valore autentico per chi legge e che sia intrinsecamente connesso con l’offerta e la mission del brand. Ma anche presentare un conflitto da risolvere o un obiettivo da raggiungere. L’importante è che la didascalia social sia adatta alla comprensione del target e generi interesse e ispirazione.
Una storia, così come un aneddoto, ha più possibilità di essere ricordata proprio perché fa leva sui sentimenti. Immedesimandosi nel testo, l’utente potrà ricordare non solo il contenuto, ma anche l’azienda che l’ha condiviso. E sarà propenso a leggere tutta la didascalia social e interagire con il post oppure a condividerlo.
4. Tono di voce adatto
Altro aspetto da tenere in considerazione è il tono di voce. Esso rappresenta il modo in cui un brand comunica a livello visivo e testuale. Per dirlo con un’unica parola: la sua personalità. Può essere serio, ironico, informativo, misterioso, formale, provocatorio e via dicendo e viene stabilito in fase di creazione della brand identity. Si tratta quindi di un aspetto da tenere in considerazione in ogni messaggio dell’azienda.
Adottare il giusto tono di voce nella didascalia social, quindi, è essenziale per non generare discrepanze tra i diversi contenuti condivisi dal brand. Anche se in pochi caratteri, come nel caso di X o di Threads, è necessario comunque rispettare questa coerenza per essere riconoscibili. Utilizzare il tono di voce del brand nel modo corretto, inoltre, permette di aumentare l’engagement e le conversioni. Alcune aziende ne hanno fatto un vero elemento distintivo.
Didascalie social: le regole di ogni piattaforma
Scrivere post per i social media significa tenere conto di una serie di fattori e criteri. Alcuni – come abbiamo visto – riguardano il brand e il suo modo di comunicare e di coinvolgere il target. Altri invece sono peculiari di ogni piattaforma e dei suoi formati fissi.
Scrivere didascalie efficaci per Facebook
Il capostipite di tutti i social media è anche quello che offre la possibilità di scrivere contenuti più lunghi. Il limite massimo di caratteri per un post Facebook è di 63.206. Anche se è possibile cimentarsi in esperimenti davvero interessanti, fare in modo che i post non superino i 2.500 caratteri è un buon compromesso tra lo storytelling immersivo e la soglia dell’attenzione dell’utente.
Per ottimizzare le didascalie su Facebook, è fondamentale puntare su un copy incisivo e coerente con l’immagine o il video pubblicato, perché la sinergia tra testo e visual è ciò che attira davvero l’attenzione degli utenti. A prescindere dalla lunghezza del testo, risulta strategico riservare le prime righe a un’introduzione interessante. Una domanda, una riflessione spiazzante o una frase provocatoria invoglieranno a proseguire la lettura. Anche la condivisione di numeri e dati può attirare l’attenzione, purché veritieri, soprattutto nei post più informativi.
Una volta scritto il messaggio, è bene formattarlo suddividendo il testo in paragrafi brevi per facilitare la lettura. Ma anche utilizzando emoji pertinenti per accompagnare il lettore lungo la narrazione. Facebook dà la possibilità di inserire dei link cliccabili all’interno della didascalia. Se l’obiettivo del post è quello di portare l’utente su una pagina web esterna al social, è possibile quindi farlo direttamente.
Facebook premia i contenuti significativi, pertinenti e informativi. Che poi sono quelli di cui l’utente può parlare con i propri contatti, o suggeriti dall’algoritmo in base allo storico della sua esperienza, o quelli che possono risultare nuovi e interessanti. Questi livelli possono servire da guida non solo per individuare le tematiche del piano editoriale, ma anche per la scrittura di didascalie social efficaci.
Ottimizzare le didascalie Instagram
Spesso Instagram viene percepita come la piattaforma dedicata esclusivamente a reel e contenuti visual. In realtà, anche questo social offre la possibilità di spaziare con il testo.
Le didascalie di Instagram hanno un limite di 2.200 caratteri e anche se si sente spesso dire che è meglio optare per la brevità con caption da 125 battute. In realtà se un post è ben scritto può aggiunge valore all’esperienza degli utenti e, per questo, vale la pena sfruttare lo spazio a disposizione.
Anche su Instagram vige la regola di curare bene l’incipit. Solo le prime due righe di testo sono visibili, dopodiché bisogna cliccare su “altro” per leggere tutto il post. È necessario quindi inserire le informazioni importanti all’inizio, a meno che non siano già ben individuabili nell’immagine o nella copertina scelta per il reel. In questo caso si può spostare l’attenzione del lettore su un angolo della tematica, giocando sulla curiosità per indurlo a scoprire di più.
Come su Facebook, è consigliabile suddividere il testo in paragrafi e, se previsto dal tono di voce del brand, utilizzare le emoji. Se la strategia e le finalità del messaggio lo prevedono, è possibile inserire una call to action come una domanda, un invito a commentare o taggare altri utenti. Inutile inserire i link nella didascalia di Instagram perché non saranno cliccabili. Se la necessità è quella di portare l’utente a visitare un sito o una landing page, bisognerà aggiornare la sezione bio con il link in questione e invitare chi legge a visitarla.
La chiave di volta per creare engagement sta nella stimolazione di un dialogo. In questo modo si favorisce l’algoritmo di Instagram che considera proprio le interazioni come una metrica essenziale per premiare un determinato post. Scrivere in modo autentico e umano favorirà un senso di vicinanza con l’utente.
Come scrivere i post di Threads
L’ultimo nato in casa Meta sta guadagnando l’attenzione degli utenti, soprattutto come alternativa a X. Threads, infatti, si differenzia da quest’ultimo per lunghezza e tipologia di contenuti pubblicati.
Chi utilizza Threads può mettere like, ripubblicare, rispondere o citare altri thread. Il limite massimo di caratteri consentito per ogni contenuto è di 500 caratteri. Gli utenti possono anche condividere fino a 10 foto in un solo post, 6 immagini in più rispetto a quanto consentito da X. Il social, infine, è integrato con Instagram e permette un’estensione della rete che va oltre il suo stesso feed.
Anche in questo caso, le didascalie possono essere ottimizzate per massimizzare l’engagement degli altri utenti. Bisogna però tenere in considerazione i parametri diversi dagli altri social. A differenza delle altre piattaforme, che offrono la possibilità di scrivere post più lunghi, su Threads è necessario mantenere i testi brevi e incisivi. Qui gli utenti prediligono contenuti immediati, in grado di catturare l’attenzione fin dalle prime righe.
È possibile utilizzare emoji e inserire inviti all’azione per incoraggiare ad interagire con i post. Essendo una piattaforma che stimola la conversazione tra utenti, è preferibile mantenere un linguaggio naturale e chiedere l’opinione dei follower in modo semplice e diretto.
Piccola menzione a parte meritano gli hashtag. Su Threads non sono ancora così centrali per la scoperta dei post. Basandosi su un feed cronologico, che premia le connessioni, è bene focalizzarsi sul contenuto facendo in modo che possa aggiungere valore all’esperienza utente.
Post di X: cosa rende le didascalie efficaci
Per ottimizzare le didascalie su X è cruciale combinare creatività e strategia mantenendo allo stesso tempo la chiarezza del messaggio e la coerenza con il tono di voce del brand. Fin da quando è stata fondata con il nome di Twitter, la piattaforma è famosa per i post molto più brevi rispetto alle altre. Se all’inizio il limite di caratteri era di 140 caratteri, oggi è aumentato a 280 con la possibilità di condividere link cliccabili.
In presenza di limitazioni così stringenti, è importante scrivere dei post brevi e diretti che includano le parole chiave della tematica trattata. È importante considerare che su X la popolarità dei post è determinata dalla capacità di cavalcare gli argomenti di tendenza. In questo senso, oltre alle keywords, sono gli hashtag ad aiutare a far emergere i contenuti sui feed degli utenti interessati all’argomento.
Per spingere i follower a interagire si può fare leva su call to action che invitano a dire la propria e a condividere esperienze reali. Aggiungere immagini, GIF ed emoji aiuta a sintetizzare il messaggio anche in chiave visual.
Didascalie efficaci su ogni social media
Gestire diversi social per uno stesso brand presuppone cambi di approcci spesso sostanziali. Significa adattare uno stesso messaggio ai formati di ogni piattaforma mantenendo coerenza con la comunicazione dell’azienda nel complesso. Ma anche avere la capacità di trarre il massimo da ogni tipologia di feed. Non si tratta di un processo casuale ma di una vera e propria strategia multicanale, che va ideata e implementata da professionisti del settore. Solo con una consulenza di esperti che hanno già testato le diverse funzionalità di ogni social è possibile massimizzare gli sforzi editoriali così come dell’intero piano di comunicazione.