A partire dallo scorso anno, il termine “metaverso” è stato definitivamente derubricato dal capitolo fantascienza e si è affacciato all’attenzione del mondo fino ad imporsi. È successo quando Mark Zuckerberg, padre del social media pioniere del settore, ha annunciato il rebranding di Facebook in Meta. Da quel momento, l’interesse per le esperienze e gli spazi virtuali è cresciuto esponenzialmente, sebbene non fosse certo la prima volta che si parlava di metaverso. Esistono addirittura applicazioni antesignane che, tuttavia, pagavano l’immaturità della tecnologia di cui avrebbero avuto bisogno per svilupparsi e diffondersi. Oggi, quel mix di conoscenze e strumenti è a portata di mano, se non già a disposizione. Ecco perché la visione di Zuckerberg è molto concreta e ha potuto richiamare l’interesse di consumatori, investitori, brand e grandi player globali proiettando l’immagine di un futuro in cui le vite fisiche si espanderanno in vite virtuali e le distanze si annulleranno.
Che cos’è il metaverso
Il metaverso è un mondo virtuale in cui ogni persona può entrare e creare la propria identità, rappresentata visivamente da un avatar simile al personaggio di un videogame. All’interno, si può compiere qualsiasi tipo di attività, dal lavoro al tempo libero, dall’esplorazione all’interazione con gli altri. Inoltre, chiunque può possedere beni o proprietà digitali, come ad esempio terreni, edifici, vestiti e altri oggetti virtuali. Questi beni possono essere creati, acquistati o venduti utilizzando euro oppure una moneta digitale, come una criptovaluta, con valore reale e quindi convertibile in moneta corrente.
Tipi di metaverso
Ad oggi non esiste un unico metaverso, ma tanti mondi virtuali diversi, ciascuno con le proprie caratteristiche e funzionalità. In generale, si possono dividere in due categorie:
- Metaversi in 2D, accessibili tramite browser o scaricando uno specifico software. In questi metaversi si controlla il proprio avatar attraverso mouse e tastiera, esattamente come se fosse il personaggio di un videogame. I due principali metaversi di questo tipo sono Decentraland e The Sandbox.
- Metaversi in Realtà Virtuale (VR), come Oculus di Meta. Si accede indossando un visore e una serie di sensori. In questi metaversi si possono fare esperienze immersive in un luogo virtuale in cui è possibile muoversi a 360 gradi e compiere qualsiasi azione con il proprio corpo e la voce.
Una terza dimensione
Tutti i metaversi rappresentano una terza dimensione oltre quella fisica e quella digitale. Tutti, inoltre, hanno il pregio di abbattere le barriere fisiche della vita reale, permettendo alle persone di incontrarsi e sperimentare a prescindere da dove si trovino. Soltanto il metaverso di tipo immersivo, invece, risolve il limite della percezione in 2D tipica del digitale. Il metaverso non è alternativo alla realtà o al digitale, ma prevede interconnessioni con le altre dimensioni e per questo vivere virtualmente non significa rinunciare a esperienze reali, né mettere da parte le abitudini digitali. Significa, invece, vivere “in più”, in un ambiente che moltiplica occasioni in qualche caso in modo infinito.
Cenni storici
È noto che si deve il termine al romanzo di fantascienza Snow Crash di Neal Stephenson del 1992. In effetti, già il caso letterario anticipava alcuni aspetti del metaverso che in più parti del mondo si sta operativamente progettando e costruendo. Stephenson lo descriveva come una sorta di realtà virtuale che viaggiava tramite Internet e in cui si veniva rappresentati dal proprio avatar. Elementi base che non solo permangono nell’idea contemporanea, ma che pure erano stati recepiti nelle prime attuazioni di metaverso come Second Life. Questo mondo virtuale, che nel 2003 fu molto in voga, aveva già tutto in seno (avatar, proprietà privata digitale, moneta digitale) anche se allo stato embrionale o addirittura ipotetico. Questo perché quello che mancava era la tecnologia. Oggi sono proprio gli elementi alla base del Web3 (blockchain, NFT e criptovalute), insieme alle tecnologie di realtà virtuale, a rendere più concreta la visione di un metaverso.
A cosa serve e cosa possiamo fare nel metaverso
Nell’ampia distesa digitale del metaverso cadono i limiti fisici di spazio e di tempo. Gli utenti possono quindi interagire tra loro in tempo reale e ottenere esperienze simili a quelle che sperimentano nel mondo fisico. Da casa nostra possiamo catapultarci ovunque e in qualsiasi momento, facendo un’esperienza nell’esatto instante in cui decidiamo di farla. Potremo visitare Seoul, città che ha già annunciato la propria duplicazione fedele nel 2023, goderci un concerto, assistere a una partita come fossimo in campo, vederci con il collega che lavora dall’altra parte del mondo. Possiamo fare shopping persino provando i vestiti e passeggiare, esplorare, giocare, incontrarci. L’abbattimento del limite è proprio ciò che meglio descrive il metaverso che verrà e che, in parte, già stiamo osservando. Dopo Meta, infatti, centinaia di aziende nel mondo stanno costruendo la propria realtà virtuale e sono già migliaia le esperienze che si possono vivere con un visore a disposizione.
Come cambia l’esperienza rispetto a Internet e ai social network
Il metaverso è votato alla socialità esattamente come i social network. Solo che siamo ad un livello superiore. Le esperienze immersive superano la fruizione in 2D e invece di osservare Internet attraverso uno schermo vivremo direttamente al suo interno. Potremo quindi interagire con gli altri portando noi stessi, attraverso un avatar che potrà somigliarci quanto vogliamo: molto o nulla. La ricerca è al lavoro per abilitare gli altri tre sensi nella realtà virtuale e sul mercato si trovano già le prime tute dotate di sensori per il tracking del corpo. Allo studio ci sono speciali guanti aptici che ci permetteranno di sentire attraverso il tatto, e sensori che replicheranno le nostre espressioni facciali. Ciò significa che la comunicazione sarà vivida e che il metaverso si profilerà come mezzo per raggiungere molte più persone in un modo molto vicino alla naturalezza delle relazioni che conosciamo nella vita di tutti i giorni.
Il ruolo di blockchain e NFT
La blockchain è una tecnologia che si basa su un registro distribuito al quale si può accedere o che si può modificare da diversi nodi della rete, e che ospita memoria delle transazioni. Nft (Non fungible token) è il certificato salvato su blockchain che attesta la proprietà di un’opera digitale unica. In sintesi, tramite Nft e blockchain si garantisce la titolarità di un bene digitale. È per questo che le due tecnologie sono la chiave per traslocare o generare nel mondo virtuale le opere digitali certificate, o per acquistare capi unici o oggetti. Stiamo parlando di un’economia dalle enormi potenzialità, basti pensare che nel solo mese di settembre 2021 il mercato dell’arte basato sugli Nft ha avuto un giro d’affari superiore ai 700 milioni di dollari e che la compravendita di skin (gli elementi con cui si possono caratterizzare gli avatar) vale circa 40 miliardi di dollari l’anno.
Metaversi centralizzati e decentralizzati
C’è una differenza stanziale tra metaversi centralizzati e decentralizzati. Nel primo caso, come avviene per Horizon, la proprietà è di un unico soggetto (Meta) che lo sviluppa e lo gestisce privatamente. Nel secondo caso (Decentraland e The Sandbox), alla base non c’è un’azienda proprietaria ma la blockchain. Si tratta di una nuova era di Internet in cui contenuti o beni digitali non sono più creati e gestiti all’interno delle piattaforme proprietarie delle bigtech (come avviene con Google, Facebook, Amazon), ma sono di proprietà delle persone stesse che potranno venderli, crearli o acquistarli senza alcun limite, controllo o moderazione da parte di terzi. È evidente, dunque, che questo rappresenta oggi il più grande limite di Oculus. Per costruire un metaverso che possa essere adottato a livello globale e funzionare come Internet, blockchain e NFT saranno essenziali per certificare e gestire le proprietà private di ciascun utente.
Il ruolo di Meta e la visione di Zuckerberg
L’accelerazione decisiva verso il metaverso di Zuckerberg non è solo connessa al rebranding, ma è stata sostenuta da azioni concrete. Tra queste, l’annuncio di assunzione di circa 10mila ingegneri che dovranno costruire il metaverso. Secondo Zuckerberg, infatti, questa dimensione è ancora tutta da realizzare, il che dà implicitamente il benservito agli altri metatarsi esistenti, da Decentreland a The Sandbox, il cui limite è la fruizione via browser che non può assicurare esperienze immersive. Una condizione necessaria, invece, per parlare di terza dimensione attraente e ricercata. Per questo pare che alcuni dei più noti metaversi in 2D stiano lavorando per dare la possibilità di accedere anche tramite VR. D’altro canto, se oggi i metaversi emulano i social media, ciascuno con le proprie caratteristiche e con profili separati, la visione di Zuckerberg è quella di convergere in un solo metaverso, trasformando gli esistenti in porte di accesso verso un unico mondo virtuale.
Caratteristiche del metaverso
Ci sono una serie di caratteristiche che non solo aiutano a descrivere il metaverso, ma che potranno definirlo nei suoi attributi maggiormente rappresentativi. Alcune di queste sono intrinseche al concetto di metaverso, altre applicative e circoscritte. Significa che potranno essere realizzate oppure no, totalmente oppure in parte, in tutti i metaversi o soltanto in alcuni. Per citare un esempio, Zuckerberg ha voluto precisare che nessuna azienda sarà proprietaria del metaverso, né lo gestirà in totale autonomia. Come nel caso di Internet, una delle sue caratteristiche distintive dovrà quindi essere l’apertura all’interoperabilità, richiedendo la cooperazione tra aziende, sviluppatori, creator e governi di tutto il mondo. Questa è una di quelle proprietà né certe, né obbligatorie. Tuttavia, il fatto che si realizzi sarà determinante per l’ascesa del metaverso a terza dimensione alla pari di quella fisica e digitale. A seguire, descriveremo queste peculiarità descrittive del metaverso, siano esse reali o potenziali.
Illimitatezza
Un metaverso non è necessariamente infinito, ma può esserlo. Oggi alcuni metaversi già esistenti, come Decentreland e The Sandbox, sono finiti e questo determina il valore dei terreni e degli spazi al loro interno. Il prezzo degli appezzamenti è alto proprio in ragione della scarsità dell’offerta. Viceversa, il metaverso al quale sta lavorando Meta dovrebbe consentire a chiunque di creare nuovi mondi e luoghi al suo interno senza alcun limite di spazio. In futuro, è proprio questo il metaverso che ha più chances di proporsi come infinito, esattamente come accade alla rete di Internet, dove ciascuno può contribuire con lo sviluppo di siti e piattaforme. Se, invece, con illimitatezza alludiamo all’espansione potenziale delle esperienze realizzabili, allora questa caratteristica diventa intrinseca e ogni metaverso è infinito.
Sincronia
Tutti i metaversi conoscono una sola dimensione temporale che è la contemporaneità. Il metaverso è quindi sincrono e offre la possibilità della comunicazione in un qui ed ora comune tra tutti gli utenti del mondo che si realizza unicamente quando c’è accesso ed, eventualmente, incontro. Potenzialmente, dunque, miliardi di persone possono interagire in tempo reale.
Interoperabilità
Come abbiamo visto, si tratta di una caratteristica potenziale. Il fatto che un metaverso possa essere interoperabile significa che chiunque potrà contribuire a realizzare pezzi del metaverso, esattamente come su Internet chiunque ha la libertà di inventare e sviluppare nuovi progetti. Non solo, nel caso in cui continueranno a coesistere più metaversi distinti tra loro, l’interoperabilità implica che gli utenti, gli oggetti virtuali e qualsiasi risorsa (criptovalute, NFT, token o altro) possano essere trasferiti da un metaverso all’altro, poiché indipendenti dall’ambiente in cui sono stati creati. È questo concetto di interoperabilità a permettere, ad esempio, che l’avatar, qualsiasi skin acquistata o creata per lui, gli oggetti e le valute digitali possano essere trasferiti da un mondo all’altro, esattamente come succede nella vita reale. Perché si realizzi l’interoperabilità è necessario che il metaverso sia decentralizzato e basata su blockchain, dunque non di proprietà di un’azienda ma aperto e di dominio pubblico.
Realismo e immersività
Ciò che accumuna tutti i metaversi è la possibilità di offrire e ricevere le stesse esperienze che si farebbero nel mondo reale. Ad esempio, gli artisti possono ospitare mostre d’arte, i filosofi possono tenere discussioni, i colleghi possono condividere riunioni e l’elenco è semplicemente (potenzialmente) infinito. Tutti i metaversi sono quindi realistici, nel senso che estendono la vita reale. Ciò che cambia è il livello di realismo dato dal grado di immersività dell’esperienza. Soltanto i metaversi in realtà virtuale, ai quali si accede attraverso un visore, danno infatti la possibilità di entrare in uno spazio popolato da situazioni ed attività che replicano fedelmente la vita offline, con il risultato di una percezione molto prossima a quella tipica della dimensione fisica.
Interattività
Se fosse mera osservazione, il metaverso perderebbe molte delle sue ragion d’essere. Quella funzione di realtà aggiuntiva e terza, che mixa aspetti delle due dimensioni che l’hanno preceduta (fisica e digitale), presuppone che l’utente possa interagire con gli ambienti virtuali e con le altre persone. I livelli di interattività possono essere diversi per ciascuna applicazione, ma possono arrivare a simulare, e in qualche caso a superare, quanto è possibile fare nella vita reale. Fare acquisti, testare, socializzare, ricevere servizi, partecipare ad eventi interagendo con i protagonisti e gli altri utenti, formarsi sono soltanto alcuni degli infinti esempi di cosa significhi l’interattività nel metaverso. Anche l’incontro tra cliente/consumatore e azienda o brand può essere arricchito da alti livelli di interattività della customer experience.
Unicità
Non tutto è unico nel metaverso, ma qualcosa sì. In particolare, è la tecnologia blockchain, sulla quale si basano gli Nft, applicata nei metaversi decentralizzati a permettere la creazione di oggetti irreplicabili o limitati. Con token e valute digitali, ma anche con denaro tradizionale è possibile assicurarsi questi beni virtuali che sono a tutti gli effetti contenuti unici all’interno del metaverso.
Accessibilità
Il metaverso è libero e aperto a chiunque, senza limitazioni, filtri, costi o barriere di ingresso, se non il possesso del device necessario. La caratteristica dell’accessibilità deriva dall’esperienza del digitale che rende disponibili beni e servizi attraverso l’utilizzo di un device, a prescindere da dove ci si colleghi alla rete. Allo stesso modo con cui si consultano un sito web o un’app da computer o smartphone, i clienti potranno visitare lo spazio virtuale di un’azienda, di un brand o di un’Istituzione ovunque essi si trovino e in qualsiasi momento. Nel metaverso si replica quindi quell’alto grado di accessibilità dato dalla totale libertà dell’utente di scegliere quando compiere un’azione.
L’hardware
Per accedere al nuovo metaverso serviranno tipologie di hardware in parte già esistenti, in parte in via di progettazione. Abbiamo visto che, attualmente, esistono due tipi di metaverso: uno in 2D e accessibile via browser; un altro in realtà virtuale di tipo immersivo che prevede l’uso di visori. Da un punto di vista di qualità e realismo delle esperienze, alcuni device attualmente in via di sviluppo saranno fondamentali per fruire di alcune applicazioni in modo pieno. È questo il caso, per esempio, dei guanti per il tatto, o dei bracciali per la replicazione fedele dei nostri movimenti che andranno a sostituire gli attuali controller. Dobbiamo comunque aspettarci una progressione continua nell’ideazione e nella produzione di questo hardware: la tecnologia applicata al metaverso, esattamente come accade per la dimensione digitale, viaggia di pari passo con il l’espansione delle conoscenze, lo sviluppo degli universi virtuali e con le esigenze maturate dagli utenti.
Visori
Dai visori passa la fruizione dei metaversi immersivi. Attualmente ne sono in commercio numerosi modelli, per lo più progettati per le esperienze virtuali in 3D, come la visione di filmati VR. Soltanto l’Oculus Quest di Meta è abilitato alla fruizione di un metaverso specifico: Horizon. Meta sta già pensando ad una versione Pro del proprio Oculus Quest, ma gli occhi sono puntati sul così detto Project Cambria: un visore che non fa parte dell’universo Quest ma che espanderà al massimo l’evoluzione del 3D. Presumibilmente, si supererà il problema del totale isolamento in cui ci si trova lavorando o giocando in realtà virtuale. Sarà, infatti, possibile incorporare nella realtà digitale anche elementi fisici, ad esempio vedere monitor virtuali e al contempo digitare su una tastiera vera. I nuovi visori saranno di fascia alta e questo, verosimilmente, libererà le capacità innovative di Meta che potrà investire su materiali, risoluzione e sensori.
I punti di forza
Sebbene siano già emersi, riepiloghiamo i punti di forza del metaverso. Un vantaggio sta nell’accessibilità: attraverso l’hardware adeguato si entra nel metaverso, senza doversi spostare o coprire distanze. Un altro punto di forza sta nel risparmio: gli utenti possono, ad esempio, assistere ad un concerto senza prevedere spese aggiuntive oltre quelle di un biglietto, o fare la spesa, anche muovendosi con il carrello, senza dover perdere tempo per recarsi fisicamente al supermercato. Ma vale anche per le aziende che possono evitare di movimentare dipendenti o investire nella produzione di prototipi. In ultimo, possiamo considerare come molte più persone potranno accedere all’esplorazione dei mondi virtuali rispetto a quanti riescono a esplorare la vita reale. Certo, visitare una stazione spaziale o navigare in kayak tra i ghiacci dell’Antartide attraverso un visore non sarà mai come farlo veramente, ma quanti di noi pensano di poterlo fare davvero nella realtà fisica?
Perché conviene pensarci nel metaverso
Ci sono molti motivi per riflettere sull’opportunità di cominciare a guardare a un futuro nel metaverso. Il primo è ineluttabile: se il mondo ha preso una direzione, stare al passo significa non rimanere tagliati fuori, con tutte le implicazioni del caso. Altre ragioni possono essere soggettive, a seconda degli obiettivi che decidiamo di perseguire quando scegliamo un canale di esistenza, ma rispondono tutti alla stessa logica, anzi alla stessa domanda: quale opportunità posso cogliere da questo nuovo progresso tecnologico? Abbiamo raccolto una serie di casi di aziende che stanno già investendo e attraverso i quali è possibile curiosare tra le visioni e le interpretazioni di queste occasioni di business immaginate da diversi brand globali. Se vuoi ancora più concretezza, Alterside – la divisione DeRev dedicata al metaverso – lavora proprio per questo.