Il futuro del metaverso è un percorso in progressiva costruzione. La gran parte di ciò che sarà dipende dallo sviluppo delle soluzioni tecnologiche e dal tipo di risposta che arriverà dal pubblico globale. Ma molto andrà scritto anche in termini di impianto di regole e prìncipi. Dalla sicurezza dell’infrastruttura alla privacy alla tutela dei diritti, fino alla trasparenza, sono numerosi gli aspetti di cui tenere conto e dei quali avere cura. L’obiettivo è quello di realizzare un mondo virtuale ricco di opportunità, minimizzando i possibili rischi. Sappiamo che il metaverso non sostituirà né la realtà fisica, né quella digitale. Al contrario si aggiungerà come terza dimensione, ereditandone i limiti laddove non ancora risolti. In questo caso, lo sviluppo del mondo virtuale potrebbe configurarsi come occasione per intervenire su punti deboli pregressi. Ciò che è certo è che la regolamentazione dello spazio virtuale dovrà andare di pari passo allo sviluppo tecnico.
Dalle evoluzioni alle implicazioni
Abbiamo già detto che non è corretto ritenere che il metaverso rappresenti una sostituzione della vita reale. Il metaverso non renderà virtuale ciò che oggi viviamo fisicamente, ma trasformerà quello che guardiamo attraverso lo schermo. La nuova realtà immersiva e interattiva creerà un nuovo livello di relazioni e di fruizione dei servizi. E sarà tanto più pervasiva, quanto più sarà frequentata. Il mercato stabilirà quando arriverà il momento di alzarsi dal letto e indossare un visore. Esattamente come ha deciso che avremmo vissuto con lo smartphone in tasca, scandendo il tempo con pagamenti contactless. Il giorno in cui questo succederà, legittimi timori come la stabilità del sistema e la sicurezza dei dati dovranno aver incassato già risposte soddisfacenti. Ma intanto cerchiamo di capire quale mondo virtuale stiamo costruendo per prevedere le sfide con le quali dovremo misurarci.
Evoluzioni del metaverso: cos’è e cosa sarà
Il futuro del metaverso è destinato a realizzare non una rivoluzione del digitale, ma un’evoluzione. L’inedita dinamica phygital permetterà di vivere esperienze in una dimensione di tipo immersivo-relazionale. Sebbene oggi esistano ancora diversi tipi di metaverso, in futuro non navigheremo più sui siti web che ci hanno accompagnato negli ultimi 30 anni digitando su una tastiera. Al contrario, ci entreremo dentro e vivremo la sensazione di una presenza fisica in un ambiente digitale. Questo varrà tanto per il piano professionale e lavorativo, quanto per quello personale. Gli utenti raddoppieranno la propria identità. Affiancheranno all’individuo un avatar che esplora mondi virtuali e fa in questo spazio ciò che già facciamo nella vita reale. Allo stesso modo, nel metaverso si possono duplicare ambienti che esistono nella realtà fisica o crearne di nuovi, fornendo agli utenti un territorio vasto e potenzialmente infinito in cui teletrasportarsi in qualunque momento e da qualsiasi luogo.
Lo sviluppo della tecnologia
Per capire in pratica quale sarà il futuro del metaverso non si può prescindere dallo sviluppo della tecnologia. Molto dipenderà, infatti, da che tipo di soluzioni si lanceranno e quali saranno sostenibili per garantire una diffusione mainstream. Di certo, la forza del metaverso sta nella capacità di superare lo schermo come fattore limitante. Ma anche nel potenziale di rispondere a una esigenza degli utenti contemporanei: il coinvolgimento. Dispositivi come visori per la realtà virtuale e occhiali per la realtà aumentata sono già in commercio. Le aziende tech stanno lavorando a prodotti sempre più sofisticati e alcune, come Meta, studiano le estensioni hardware necessarie per portare nel metaverso tutti i cinque sensi. Tutto ciò richiederà una nuova generazioni di chip, sensori, batterie e lenti.
I dispositivi indossabili
Tecnicamente si chiamano dispositivi wearable. Si tratta di tutte quelle soluzione tecnologiche a cui è deputata la funzione di portare il corpo e la capacità sensoriale dell’essere umano in un ambiente virtuale. Il film Ready Player One offre un’idea romanzata ma abbastanza rappresentativa di questa traiettoria di sviluppo tecnologico. Non solo guanti per “sentire” un oggetto digitale, ma anche tute in grado di trasferire la percezione di un colpo, di una carezza, del caldo o del freddo. La realtà virtuale è destinata ad approssimarsi sempre di più a quella reale da un punto di vista di elaborazione cerebrale, pur senza sostituirla. Meta sta anche facendo esperimenti per far superare ai propri ambienti una sorta di test di Touring visuale. In sostanza, si tenta di arrivare a una ricostruzione di spazi che l’utente percepisce, alla vista, esattamente come se fossero reali.
I sensori per la comunicazione
È noto che l’essere umano comunica non soltanto verbalmente. La capacità di connettersi con l’altro e di scambiare messaggi, più o meno consapevoli, è un’attività complessa che investe molteplici livelli comunicativi. Per questo, poter replicare le espressioni facciali o l’esatta gestualità nel metaverso farà molta differenza nell’immediatezza delle relazioni. Il visore Oculus Quest di Meta promette di arricchire il proprio parterre di sensori perché l’avatar riesca a replicare ogni singola smorfia dell’utente. La stessa azienda di Menlo Park è a lavoro per mettere a punto un supercomputer, AI Research SuperCluster (RSC), in grado di elaborare un’ingente quantità di dati e gestire la laboriosità di una realtà in cui gli esseri umani interpretano se stessi.
Paradigmi comuni: il Metaverse Standards Forum (interoperabilità)
Perché un utente possa spostarsi con il proprio avatar portando con sé i beni e gli oggetti digitali di cui è proprietario è necessario che il metaverso sia interoperabile. Il che significa anche che il mondo virtuale dovrà essere aperto. Chiunque dovrà poter contribuire a realizzarne pezzi, esattamente come su Internet chiunque ha la libertà di inventare e sviluppare nuovi progetti. Una via per approssimarsi a questo risultato si chiama Metaverse Standards Forum. Questo gruppo di lavoro è nato per iniziativa di 33 big tech globali, tra cui Meta, Microsoft, Adobe, Nvidia, Epic Games e Alibaba. L’obiettivo è quello di definire in modo cooperativo degli schemi condivisi per armonizzare lo sviluppo del metaverso. Al Forum partecipa anche Alterside, prima azienda italiana ammessa al tavolo.
Il futuro del metaverso tra limiti e timori
Considerate le possibili evoluzioni del metaverso e le prospettive del mondo virtuale, appare evidente come siano oggettivamente tanti i rischi di una vita condotta attraverso reti e tecnologie connesse. Un utente del metaverso non è soltanto un avatar. È a tutti gli effetti una persona portatrice di informazioni private, anche sensibili, di un’identità legale, di beni e di esigenze. E tutto questo bagaglio potrebbe renderla vulnerabile. Già dall’era digitale sappiamo quanto sia discusso il trattamento dei dati personali anche quando è guidato da dinamiche legittime e normate. Ma oltre i diritti positivi che dovranno essere disciplinati in fattispecie giuridiche, si dovrà anche prevedere un impianto normativo per i comportamenti fraudolenti o criminali. Regolare le relazioni virtuali è una sfida giuridica necessaria per permettere agli utenti e all’aziende di proteggere se stessi e le proprie creazioni. Vediamo tutte le implicazioni dell’ulteriore rafforzamento del binomio individuo reale-utente digitale.
Il carattere neutro dell’innovazione
Un’innovazione non è di per sé né un bene né un male. Esistevano, ed esistono tuttora, detrattori della tv, degli smartphone e dei social media. Tuttavia, nessuna di queste evoluzioni può essere considerata positiva o negativa, se non da specifici punti di vista. Quando ci lamentiamo di qualsiasi tecnologia, lo facciamo in realtà additando eccessi ed esagerazioni. Oppure mostrando preoccupazione per aspetti scarsamente regolamentati. La verità è che qualunque reticenza si abbia questa non ci mette in condizione di fermare il progresso. Anche rifiutare di farne parte, o di usufruirne, è una strategia controproducente. Se restiamo fuori dal metaverso, con tutta probabilità, ci troveremo comunque ad essere costretti ad entrarci. Pena restare esclusi. Ciò detto, si conferma che l’unico modo, che è anche il più intelligente, per affrontare un cambiamento è quello di osservarlo onestamente. Studiare e comprendere il metaverso oggi, significa mettersi nella condizione di trarne il meglio.
La privacy e i diritti
Il futuro del metaverso è intriso del problema privacy. Lo stesso Zuckerberg l’ha definito “incredibilmente importante”. In particolare, il capo dell’azienda di Menlo Park ha riconosciuto che, in passato, alla velocità di sviluppo di soluzioni tecnologiche non si è affiancata un’altrettanta rapidità normativa. Ma se il metaverso prosegue la trasformazione digitale, potrà risolvere alcuni limiti del passato, causati anche da inesperienza. Ecco perché oggi cc’è un’attenzione maggiore. La sensibilità verso i diritti degli utenti è decisamente più marcata. Si potrà quindi pensare alle regole man mano che i mondi virtuali prenderanno forma in ogni loro declinazione. Per dirla ancora con Zuckerberg, insomma, “bisogna essere responsabili sin dall’inizio”.
Sorveglianza e profilazione
L’analisi e l’acquisizione di informazioni sugli utenti e sui loro comportamenti online è dibattuto globalmente. I sistemi di profilazione si sono affinati ulteriormente. Oggi un’azione consapevole su web o social media comporta puntualmente conseguenze inintenzionali. Ogni volta che navighiamo online stiamo dicendo a un algoritmo chi siamo, cosa ci piace e di cosa abbiamo bisogno. Il futuro del metaverso comporterà un nuovo livello di identità digitale. Ciò produrrà nuovi insiemi di dati utili perché aziende, governi e istituzioni, ne sappiano ancora di più su ciascun individuo. Il limite tra essere monitorati e violati nella privacy o addirittura molestati appare labile. Questo è uno dei punti da risolvere per non defraudare il metaverso delle proprie potenzialità. Perché, al netto del rischio, nel mondo virtuale quella semplice pubblicità personalizzata potrebbe trasformarsi in potente stimolo attivo.
Raccolta dati biometrici
Ampliando le occasioni di vita digitale, la realtà virtuale allarga il raggio d’azione dell’intelligenza artificiale. Siamo già in presenza di un sistema in grado di carpire informazioni dal movimento degli occhi e dalle espressioni facciali. Con il futuro del metaverso si apriranno scenari di acquisizione di dati biometrici anche attraverso sensori che attivamente lavorano sull’utente. Le caratteristiche fisiologiche o i comportamenti potranno essere osservati e analizzati nei mondi virtuali in maniera più estesa e dettagliata. Si potranno trarre informazioni anche dai movimenti, dal battito cardiaco, dalle onde cerebrali e dalle emozioni vissute nelle varie esperienze di vita virtuale. La parte positiva di questo diorama mostra la possibilità di sviluppare e proporre con precisione crescente ciò che gli utenti mostrano di apprezzare. Ma l’altra faccia della medaglia vede ridursi notevolmente concetti quali riservatezza e discrezione.
Violenza e molestie
La cronaca ha già avuto modo di raccontare casi di molestie all’interno del metaverso. Altre forme violenza, come l’hate speech, le minacce e atteggiamenti aggressivi, sono un’eredità ben nota dell’era digitale. Purtroppo, i casi di molestie e di bullismo all’interno della realtà virtuale provocano danni maggiori rispetto a quelli, già gravi, causati dalla vita online. Questo per la peculiarità del metaverso immersivo che promette un’esperienza molto vicina a quella reale. I mondi virtuali hanno il potere di ingannare il nostro cervello, convincendolo che ciò che vede non è una finzione. Quindi anche un abuso lascerà un ricordo particolarmente vivido. Meta è già corsa ai ripari introducendo un’opzione che permette di proteggere il proprio avatar con un confine invalicabile dagli altri avatar. L’attenzione sul tema è massima e numerosi Stati si stanno attivando per specifiche previsioni di legge. La necessità è quella di normare i reati commessi all’interno del metaverso.
Moderazione dei comportamenti
L’era dei social ha imposto di prendere le misure con la moderazione dei contenuti. Il futuro del metaverso richiederà una moderazione dei comportamenti. Guardando ancora in casa Meta, l’orientamento è quella di agire su tre fronti. Il primo è quello dell’intelligenza artificiale che potrebbe utilizzare i dati raccolti sul fronte del riconoscimento di alcune modalità d’agire in ottica di prevenzione. La seconda via è la registrazione delle sessioni virtuali. In questo modo si avrebbe sui dispositivi per la VR un archivio a disposizione per fornire prove di un’esperienza negativa o illegale. Il terzo fronte è quello già citato e relativo alla zona di sicurezza personale.
Furti e truffe
È assodato che nel metaverso porteremo la nostra identità, i nostri dati e i nostri soldi (sotto forma di moneta virtuale). È altrettanto certo che nella realtà virtuale incontreremo persone e aziende con intenti nobili, tanto quanto soggetti animati da scopi fraudolenti. Se la tecnologia blockchain e gli Nft saranno affidabili per garantire il diritto di proprietà e l’autenticità dei beni e degli oggetti digitali, non sono in grado di per sé di difendere dai furti. In maniera più estesa, anche i dati legalmente trattati da enti legittimati, potrebbero essere rubati e utilizzati per altri fini. Anche l’identità virtuale può essere violata e malintenzionati scambiarsi per un ignaro utente. Si tratta di temi che dovranno essere trattati tanto da chi sviluppa, quanto dalle autorità. Anche per riuscire a raggiungere in maniera univoca i reali colpevoli di furti e truffe.
Tutela dei minori
Ci sono voluti 10 anni di onorato servizio dei social media prima che ci si cominciasse a interrogarsi seriamente sulla protezione dei minori. Piattaforme con Instagram e TikTok stanno aggiornando ancora oggi i propri algoritmi e le condizioni d’uso per tutelare bambini e ragazzi. Sotto questo punto di vista, il futuro del metaverso è ancora tutto da definire. Probabilmente, ovunque vigeranno divieti di accesso per limite d’età, anche a livello di singole esperienze. Ma come detto, occorrerà fare attenzione anche al grado di realismo delle esperienze. Il bullismo potrebbe avere un impatto maggiormente dannoso rispetto a quanto accade online e l’adescamento potrebbe essere più facile. Anche qui però ci si muoverà più rapidamente. Proprio il pregresso dei social media ha fatto luce su molte dinamiche nocive che nel metaverso potranno essere regolate per tempo.
Trasparenza
Un sondaggio recente ha chiesto a più di 6mila utenti in 6 diversi Paesi se avessero mai interagito con una intelligenza artificiale. Solo un terzo (34%) ha risposto di sì, ma in realtà più di due terzi (84%) aveva incontrato un’interfaccia di intelligenza artificiale. Ciò significa che la metà degli intervistati non è stata in grado di distinguere un bot da un umano. La bontà del metaverso passerà anche dalla trasparenza per mettere tutti in condizione di sapere con chi stanno parlando. E questo senza bisogno che lo evincano da una propria capacità di interpretazione. Un concetto che è, in realtà, anche una previsione di legge. L’articolo 22 del Gdpr, infatti, impone che gli utenti siano informati quando stanno interagendo con l’intelligenza artificiale. Nello stesso testo, è previsto che, in caso di interfaccia automatizzata, valgono regole diverse nell’interlocuzione con l’essere umano.
Il futuro etico del metaverso
I nuovi spazi virtuali faranno nascere nuovi e ampi sistemi sociali, politici ed economici. In parte saranno autonomi, in altra parte dialogheranno con quelli del mondo fisico, configurandosi come un’estensione. Questo comporterà un futuro del metaverso in cui si determinerà, e per certi versi si dovrà determinare, una struttura civica basata su un’etica evoluta, in grado di governare il mondo virtuale in simbiosi con le altre dimensioni, la reale e la digitale. Oltre ad un approccio giuridico, quindi, orientato a garantire privacy e sicurezza, ci sarà spazio per riflessioni di ordine filosofico. Perché se è improprio parlare di rivoluzione tecnologica, è invece opportuno considerare il metaverso come una nuova frontiera sociale. Laddove abbatte confini, naturalmente supera le tradizionali differenze di cultura, popoli e sovranità.