Come funziona l’algoritmo di Instagram? Tra segreti e falsi miti, è da anni uno degli argomenti più discussi sul web, ma ora è la stessa piattaforma social a darci la risposta.
Mentre in passato, quando i contenuti venivano mostrati in ordine cronologico, ogni utente perdeva il 70% dei post pubblicati, oggi l’algoritmo di Instagram segue alcune regole ben precise che hanno migliorato sia la visibilità che le interazioni: secondo i dati pubblicati dalla stessa Instagram, infatti, ogni utente “vede” il 90% dei post dei propri amici e trascorre più tempo sull’app rispetto a prima.
L’obiettivo di Instagram, proprio come il suo “fratello maggiore” Facebook, è quello di rendere la vita più semplice a chi usa la piattaforma social, ed è quindi apparso naturale (oltre che vantaggioso) diffondere alcune informazioni approfondite sul funzionamento del proprio feed.
In particolare, il principio generale su cui si basa l’algoritmo di Instagram è quello dell’apprendimento automatico tramite machine learning, basato sul comportamento passato per creare un feed che sia unico per ciascun utente: anche se segui esattamente gli stessi account di qualcun altro, riceverai dunque un feed personalizzato in base al modo in cui interagisci con questi account.
Criteri di classificazione del feed di Instagram
In maniera unica per ciascun utente, l’algoritmo di Instagram assegna un punteggio ad ogni post che va a determinare la priorità con cui il contenuto viene mostrato nel feed rispetto agli altri. Questo punteggio è determinato dalla combinazione di tre fattori principali:
- Interesse: in base al comportamento di ogni utente in relazione ai contenuti simili visualizzati in passato, e potenzialmente all’analisi automatica che il sistema effettua sul post, Instagram prevede quale sia l’interesse per un contenuto specifico e determina quale priorità dargli nel posizionamento all’interno del feed;
- Tempo: in base a quanto tempo sia trascorso dalla pubblicazione del post, l’algoritmo garantisce sempre una priorità maggiore ai contenuti più recenti rispetto a quelli più vecchi;
- Relazione: in base al numero di volte che l’utente interagisce con gli altri account, ad esempio con like, commenti, tag e visualizzazioni dei contenuti, l’algoritmo calcola il rapporto che c’è tra i due utenti e dunque mostra con priorità maggiore i contenuti pubblicati dagli utenti con cui c’è una relazione più stretta.
In aggiunta, ci sono altri tre criteri che influenzano il posizionamento dei contenuti su Instagram:
- Frequenza: in base al numero di volte che l’utente accede all’app, l’algoritmo cerca di mostrare i post migliori e più interessanti pubblicati dalla sua ultima visita;
- Following: in base al numero di persone seguite dall’utente, l’algoritmo tende a scegliere i post di un numero maggiore di utenti in modo da mostrare contenuti sempre diversi tra loro;
- Utilizzo: in base alla durata di ciascuna sessione su Instagram, ovvero al tempo che l’utente trascorre sull’app a scorrere le foto, l’algoritmo attribuisce la priorità ai post determinando quanto tempo l’utente dedica alla ricerca di contenuti specifici o rilevanti.
I falsi miti sul funzionamento di Instagram
Il team di Instagram – guidato durante la conferenza stampa da Julian Gutman, responsabile dei prodotti Instagram – ha anche smentito alcuni falsi miti e convinzioni diffuse sul web. In particolare:
- Instagram non sta considerando la possibilità di tornare al vecchio feed che mostrava tutti i post in ordine cronologico a partire dal più recente;
- Instagram non nasconde nessun post ma semplicemente riordina il modo in cui vengono mostrati, per cui scorrendo il feed abbastanza a lungo è sempre possibile vedere tutti i contenuti pubblicati pubblicato da tutti quelli che segui se continui a scorrerlo;
- L’algoritmo non privilegia in maniera universale il formato video o quello foto, ogni singolo feed è ottimizzato in base al tipo di contenuti con cui il singolo utente interagisce di più;
- Il feed di Instagram non favorisce gli utenti che utilizzano Storie, Live streaming o altre funzioni speciali dell’app;
- Instagram non penalizza gli utenti per la pubblicazione troppo frequente o per altri comportamenti specifici, ma potrebbe mostrare ai follower solo alcuni contenuti per alternarli con quelli degli altri utenti;
- Instagram non fa nessuna differenza in termini di visibilità nel feed tra gli account personali e gli account business, quindi il passaggio dall’uno all’altro non favorisce né penalizza il successo dei contenuti;
- Il cosidetto “Shadowbanning”, secondo cui un utente viene oscurato dal feed dei propri followers senza rendersene conto, non viene utilizzato per cui non viene applicata nessuna penalizzazione agli utenti che utilizzano troppi hashtag o altre azioni simili.
E per chi non è un esperto? Come far crescere il proprio account
I parametri con cui funziona l’algoritmo di Instagram e le regole per la sua gestione più efficace sono particolarmente utili alle agenzie e ai social media manager che se ne occupano in modo professionale. Tuttavia, Instagram è il social per eccellenza degli influencer, ovvero persone che non hanno (giustamente) competenze tecniche nella comunicazione digitale ma vogliono emergere e farsi conoscere nel proprio settore di riferimento.
Food e turismo, fashion e abbigliamento, business e lifestyle, fitness e make-up: sono tanti i settori di tendenza su Instagram che possono garantire visibilità, followers e collaborazioni commerciali a chi vuole diventare un influencer di riferimento per il pubblico e per i brand.
Per chi non vuole acquistare fake followers rischiando la chiusura del proprio profilo, oggi la soluzione più efficace sul mercato si chiama #instaRevolution, un servizio innovativo che permette di far crescere il proprio profilo Instagram e aumentare di giorno in giorno il numero di followers e di interazioni ai propri contenuti, raggiungendo utenti reali, attivi e interessati ai tuoi contenuti.
Il servizio, disponibile con abbonamento mensile in diverse fasce di prezzo (qui tutti i dettagli), è appositamente studiato per ristoranti, cuochi e food blogger, personal trainer e sportivi, travel blogger e strutture turistiche, modelle, make-up artist e fashion blogger, consulenti e professionisti, garantendo una crescita costante dei followers sia per profili personali che business.
La prossima sfida per Instagram (e non solo)
Se Instagram non penalizza praticamente nessun comportamento – concentrandosi unicamente sul rispetto della sensibilità e dei gusti dell’utente – il rischio più grande per chi usa la piattaforma sembra essere lo stesso che ha già complicato la vita al popolo di Facebook: la saturazione dei contenuti. Man mano che gli utenti aumentano (e con essi i contenuti pubblicati), è normale che gli spazi nel “palinsesto” continueranno a diminuire per tutti, costringendo l’algoritmo a fare una selezione sempre più accurata e stringente di cosa mostrare nei feed, e dunque incidendo in maniera negativa sulle visualizzazioni.
Le istruzioni fornite da Instagram sul suo funzionamento vanno proprio nella direzione di spingere tutti a costruire contenuti migliori e adatti per rendere l’offerta sempre più interessante. Un modo per cogliere anche un altro obiettivo: evitare le lamentele di chi verrà “colpito” da questa nuova dinamica. Insomma, IGer avvisato, mezzo salvato.