L’identità personale trova sempre più la propria forma di espressione a cavallo tra online e offline, attraverso le relazioni interpersonali di un contesto che si fa via via più articolato e complesso, influendo in modo significativo anche sul benessere psicologico degli utenti, come molti studi recenti stanno analizzando e svelando.
La Settimana del Benessere Psicologico è un appuntamento che ogni anno l’Ordine Psicologi Campania in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani organizza e realizza, mediante un circuito di eventi e incontri su tutto il territorio, invitando a partecipare gli psicologi e tutte le figure professionali che in diversi modi possono fornire testimonianze significative sui temi in discussione.
Sono preziose occasioni di confronto per ridefinire costantemente il perimetro di uno scenario nel quale la ricerca delle misure e delle pratiche tese a favorire l’equilibrio psicologico si fa sempre più ardua.
La mission dell’evento – “diffondere la cultura psicologica attraverso il concetto di benessere psicologico” – ha confini elastici, che sono giunti – quest’anno – a ricomprendere anche l’esigenza di tracciare il campo dell’influsso e dell’impatto delle dinamiche digitali sul vissuto delle persone.
Claudio Calveri, digital strategist di DeRev, ha curato l’intervento nell’ambito del convegno del circuito tenutasi a Paestum, in provincia di Salerno. Tema specifico dell’incontro è stato il concetto di crisi come elemento scatenante di possibili opportunità nel contesto lavorativo, ed è stato sollecitato un focus sullo sviluppo del concetto in ambito e ambiente digitale.
Partendo dalla prospettiva di chi ha la possibilità di osservare quotidianamente il flusso del dialogo con milioni di utenti, DeRev ha potuto offrire alla platea spunti di riflessione. Nelle parole di Claudio Calveri: “il punto che ha riscosso maggior interesse è quello relativo alla crisi come condizione costante e perenne della presenza online, legata alla sovraesposizione mediatica cui ciascuno si sottopone volontariamente ma – spesso – senza la necessaria consapevolezza”.