Il Festival del Giornalismo Culturale è un importante appuntamento per gli operatori delle industrie culturali e creative, chiamate a riflettere, sulla base delle considerazioni dei media di settore, sulle possibili evoluzioni del rapporto col pubblico.
Invitata a rendere una testimonianza delle opportunità e dello stato dell’arte delle nuove pratiche digitali – social media e crowdfunding in testa – in relazione alle dinamiche del settore culturale, il nostro CEO Roberto Esposito ha colpito l’attenzione dei presenti in particolar modo con la rivelazione numerica di un dettaglio della più grande esperienza di crowdfunding civico in Italia: “Abbiamo chiesto 1 euro a 100.000 persone per la Città della Scienza di Napoli.”
Il dato è risuonato in modo significativo nella splendida cornice del Teatro Rossini di Pesaro, in special modo grazie alla sua contestualizzazione con le chiavi per impostare una campagna che sia in grado di raccogliere l’adesione e la partecipazione – in sintesi: il coinvolgimento reale – di una comunità che si aggreghi attorno al valore condiviso di un pezzo del patrimonio culturale comune.
Interessante la discussione, che ha visto coinvolti relatori del calibro di Prisca Cupellini della Fondazione MAXXI, Marianna Marcucci di Invasioni Digitali e Alfredo Valeri della Fondazione Civita. Si è parlato di come gli operatori culturali e le fondazioni museali possono utilizzare i canali digitali per migliorare il proprio posizionamento, fidelizzare gli utenti e raggiungere nuovi target di pubblico, coinvolgendo anche in campagne di raccolta fondi online per finanziare le proprie attività. Uno speech coerente con la vision della manifestazione, giunta ormai alla sua quinta edizione, alla quale hanno contribuito con interventi ulteriormente interessanti anche critici e giornalisti, direttori di musei e manager.
Dando ormai per scontato che gli strumenti digitali siano elementi irrinunciabili di qualsiasi strategia di valorizzazione innovativa, in campo culturale come in tutti gli altri, la differenza è data dalla capacità di visione e dalla correlativa contestualizzazione delle azioni in un quadro coerente di attività pianificate. “La strada sulla quale prosegue nel suo impegno DeRev, anche al servizio del mondo della cultura” ribadisce Roberto Esposito a corollario del suo intervento.